Cronaca

Igor il Russo dichiara: «Ero in Spagna da settembre»

Arrivano le prime parole di Norbert Feher, meglio conosciuto come Igor il russo, che dice sì all’estradizione e ammette di aver commesso gli omicidi contestati. In questo momento l’obiettivo, attraverso l’analisi di cellulari, tablet e pc, è quello di cercare di ricostruire il suo viaggio dall’Italia e l’eventuale presenza di complici. Inoltre, ha rivelato di essere arrivato in Spagna nel mese di settembre e di non aver mai lavorato.

Igor il russo

Il serbo Norbert Feher, meglio conosciuto come Igor il russo, davanti ai giudici spagnoli ha chiesto di avere un interprete italiano. Nel corso dell’interrogatorio a cui è stato sottoposto, ha rivelato di essere arrivato in Spagna nel mese di settembre e di non aver mai lavorato. Successivamente, ha dato il permesso di essere estradato e dunque processato in Italia per le accuse che gli sono state mosse dalla Procura di Bologna. Ma l’estradizione comunque avverrà con ogni probabilità solamente quando verrà definita la sua posizione per la giustizia spagnola.

Igor ha anche ammesso di aver commesso gli omicidi a lui contestati e ha confessato di aver utilizzato diciotto identità diverse in otto Paesi differenti.

La prima disposizione emessa nei confronti di Igor è stata quella di un ordine di custodia cautelare in carcere, senza cauzione. Un provvedimento emesso dal giudice della corte di Alcaniz. In particolare, questa condanna è arrivata per i tre omicidi commessi nello scontro a fuoco avvenuto lo scorso 14 dicembre (giorno in cui è stato arrestato), quando in un casolare presente a El Pentorillo ha ucciso due agenti della Guardia Civil, Víctor Romero e Víctor Jesús Caballero e l’allevatore José Luis Iranzo. Inoltre, è accusato di aver tentato anche altri due omicidi lo scorso 5 dicembre, quando ha ferito in maniera grave il proprietario di un’altra casa in campagna e un fabbro, che era stato chiamato per aprire la serrature del capanno dove il latitante si stava nascondendo.

L’interrogatorio

Nella giornata di ieri è avvenuto il primo interrogatorio di Igor il russo, che è stato sentito prima in videoconferenza dal giudice Carmen Lamela dell’Audiencia Nacional di Madrid.

Successivamente c’è stata la convalida da parte del giudice del tribunale locale, che ha decretato la detenzione in carcere. Marco Forte, il pm di Bologna, nei prossimi giorni andrà in Spagna. Ma nel frattempo è in attesa di poter leggere il verbale con le dichiarazioni dell’indagato e inoltre ha chiesto di poter avere anche le registrazioni audio dell’interrogatorio. Uno degli elementi mancanti è proprio la voce del serbo, un fattore che potrebbe risultare determinante per riascoltare vecchie conversazioni intercettate su cui c’erano dei dubbi sugli interlocutori.

Un altro aspetto su cui gli investigatori italiani si stanno coordinando con i colleghi spagnoli riguarda l’analisi del materiale informatico che è stato ritrovato all’interno dello zaino di Igor. I primi risultati delle analisi si potrebbero avere anche nel giro di una settimana. L’esame del cellulare, del tablet e del pc dell’indagato permetterà di saperne di più sulla sua rete di contatti che lo avrebbero potuto aiutare nel corso di questi mesi di latitanza.

L’obiettivo è di cercare di capire come sia riuscito a viaggiare. Se con un passaggio di un camionista oppure nascondendosi tra i pellegrini. Ipotesi, quest’ultima, ritenuta poco credibile. Si lavora anche per stabilire se ci siano stati dei complici che lo hanno aiutato nella fuga.

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