Cronaca

Il boss di Battipaglia al 41 bis vuole cd musicali in cella: la battaglia legale

Si trova recluso nel carcere di massima sicurezza a Novara: il caso dovrà essere riesaminato

Il boss di Battipaglia al 41 bis vuole ascoltare la musica neomelodica in cella e chiede di acquistare dei cd. Il giudice gli dà ragione, ma la Cassazione frena. Dovrà dunque essere riesaminato il caso che vede protagonista uno degli esponenti di un clan di camorra della zona di Battipaglia, arrestato nel 2017, e rinchiuso a Novara in regime di “carcere duro”. Quando ha chiesto di poter ricevere dei cd e un lettore, a Torino, il magistrato di sorveglianza, gli ha dato il permesso di acquistare cd “sigillati” con il marchio Siae.

Il boss di Battipaglia al 41 bis che vuole la musica in cella

Ma per la Cassazione, che sulla materia si è già pronunciata diverse volte, non è stato preso in considerazione un aspetto fondamentale. È vero che l’articolo 41 bis non dice nulla al riguardo, ed è vero che ai reclusi, in generale, è riconosciuto il diritto di ascoltare musica.

Qui, però, il tema è “quello, molto più limitato, della possibilità per il detenuto di compiere una scelta personalizzata, ovvero di accedere agli specifici contenuti musicali che il soggetto intenda coltivare secondo i propri interessi, non necessariamente collimanti con la contingente programmazione dei palinsesti televisivi o radiofonici dei principali canali nazionali”.

Si teme che il boss possa comunicare con l’esterno

Questo interesse va “bilanciato con le esigenze di controllo, particolarmente avvertite proprio nei casi in cui il soggetto” è sottoposto al 41-bis. In pratica, se l’amministrazione del carcere può permettersi l’impiego di risorse umane e materiali per “assicurare la messa in sicurezza” di cd e supporti.

Il giudice torinese, secondo la Suprema Corte, non ha valutato questo elemento: ecco perché il fascicolo dovrà essere riesaminato.

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