Cronaca

Il residence Rodopa affidato alla Caritas, ospitate 120 persone

BATTIPAGLIA. È un business di oltre 100mila euro al mese quello che gira intorno al centro residence Rodopa, che dallo scorso mese di maggio ospita 120 immigrati provenienti dall’Africa Subsahariana. Dalle prime notizie ufficiali che giungono, dopo giorni di polemiche e interrogativi rimasti senza soluzione, si è venuto a sapere che il centro d’accoglienza viene gestito in base a un accordo tra la famiglia Caprino, proprietaria del Rodopa, e la Caritas della diocesi di Teggiano-Policastro.

All’interno del centro d’accoglienza, recentemente inserito nell’elenco del ministero dell’Interno, si svolgono regolari controlli sanitari e sono presenti mediatori culturali e psicologi. Ragazze e ragazzi immigrati studiano l’italiano e per loro è previsto un piano di integrazione culturale, sulle cui modalità non sono giunte informazioni. A livello economico, per ogni migrante presente all’interno della struttura la Prefettura di Salerno elargisce la cifra di 30 euro. Denaro che spesso viene anticipato ai centri d’accoglienza per sostenere le prime spese. E da cui devono essere decurtati 2,5 euro di pocket money e una scheda telefonica prepagata.

Inoltre, il Rodopa (con il sostegno della Caritas della diocesi di Teggiano-Policastro) deve garantire l’alloggio, la ristorazione (colazione, pranzo e cena), i servizi di pulizia, l’assistenza legale per la richiesta di asilo, l’assistenza socio-sanitaria con accompagnamento presso presidio apposito, assistenza psicologica, formazione di lingua italiana e diritto, mediazione linguistica. All’interno del centro di accoglienza lavorerebbero tra i dieci e i quindici operatori professionali. Vista la presenza di 120 migranti, si calcola un incasso giornaliero del Rodopa di 3.600 euro al giorno dalla Prefettura, ossia 111.600 euro al mese. Soldi con cui – è bene ricordarlo – vanno garantiti i servizi sopra elencati e su cui, ovviamente, c’è un legittimo guadagno da parte della struttura ospitante.

Sulla vicenda ha deciso di intervenire anche il sindaco Cecilia Francese, che pochi giorni fa aveva ammesso di non essere a conoscenza della presenza di un centro d’accoglienza per immigrati a Battipaglia. Proprio per avere informazioni, la prima cittadina aveva bussato alla porta della Prefettura. Una soluzione necessaria, visto il viavai di associazioni, partiti, movimenti e cittadini a Palazzo di Città. Persone desiderose, come conferma lo staff della sindaca, di avere chiarimenti su un centro d’accoglienza che, visto il clima di segretezza con cui era sorto e data l’assenza di informazioni ufficiali, aveva sollevato più di un allarme tra molti battipagliesi.

«Non c’è nessun allarme – ha commentato il primo cittadino – La struttura era tra quelle a disposizione al ministero dell’Interno. È stata considerata idonea dalla Prefettura di Salerno attraverso l’interessamento della dottoressa Della Monica. Sappiamo che è una struttura controllata e che i ragazzi ricevono il giusto sostegno psicologico e medico. La procedura è stata avviata quando c’era al Comune la commissione straordinaria. Gli immigrati sono presenti al centro Rodopa da maggio. Questa è la situazione al momento. Ciò non toglie che il Comune vigilerà sulla sicurezza e garantirà i controlli». Il sindaco, principale autorità sanitaria sul territorio, ha voluto smentire ogni tipo di allarme sanitario: «Nessun immigrato ha la scabbia. Abbiamo avuto le necessarie rassicurazioni anche su tale questione». Dalla Prefettura e dalla direzione del Rodopa non sono giunte informazioni su altri interrogativi. In particolare, sulla possibilità che il numero di immigrati possa aumentare e sul fatto che a Battipaglia dovrebbe sorgere un altro centro d’accoglienza, all’istituto che ospitava la scuola “Penna”.

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