Cronaca

Inchiesta Salerno, cene e pizzini: così funzionavano le comunicazioni tra De Luca e le cooperative

Tra il materiale sequestrato spuntano dei pizzini del ras delle coop indirizzati a De Luca

Arrivano i primi risultati sull’inchiesta scoppiata a Salerno subito dopo le elezioni. Ad oggi sono indagati Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania e Giovanni Savastano, consigliere regionale attualmente agli arresti domiciliari. Ma dalle intercettazioni e nel materiale sequestrato negli uffici di Fiorenzo “Vittorio” Zoccola, emergono anche altre figure politiche, per ora non indagate, come il consigliere regionale Franco Picarone e Roberto De Luca, figlio del presidente della Regione.

Sistema Salerno: continuano le indagini

Le cooperative, nella tesi dei magistrati confermata dalla gola profonda Vittorio Zoccola, che sta collaborando con gli inquirenti, ricevevano continuità negli appalti del Comune di Salerno in cambio di voti. Le comunicazioni si fondavano su metodi “antichi”: c’erano le cene, in cui veniva fatto il punto tra politici e rappresentanti delle cooperative, ma c’erano anche i “pizzini“, fogli dattiloscritti o scritti a mano che venivano indirizzati da Zoccola a Vincenzo De Luca e a Roberto De Luca. Elenchi di “situazioni da sbloccare“, interventi da compiere su questo o quel dirigente comunale, lavori su cui predisporre bandi.

I pizzini: tra i destinatari anche Vincenzo e Roberto De Luca

Durante la perquisizione fatta presso gli uffici della consorzio “Salerno Solidarietà”, di cui facevano parte le cooperative “Terza Dimensione” e “SSS“, riconducibili a Zoccola, vengono sequestrati i “pizzini” che lo stesso ras delle cooperative ammette nelle intercettazioni, come scrivono gli inquirenti nell’ordinanza, essere indirizzati a Vincenzo De Luca. Alcuni sono scritti a mano, altri sono dattiloscritti.

I primi due “pizzini” hanno come intestazione “per il Presidente” e riportano un lungo elenco di questioni che lo Zoccola doveva sottoporre all’attenzione di Vincenzo De Luca. Si va da “SORESA subappalti provincia”, riferito ad appalti in materia di sanità evidentemente, a “bandi parchi” e “bandi lotti”, per un totale di 10 punti.

Il secondo pizzino

Il secondo “pizzino” indirizzato al presidente della Regione Campania è un elenco di 19 punti; i temi trattati sono, tra gli altri: “gara Pontecagnano”, “POR Campania asse 2/3 per aziende turistiche “, “casa di riposo San Pietro a Tangaro 78 posti”. Appare chiaro da questi documenti sequestrati dagli inquirenti che i rapporti tra De Luca e Zoccola non si limitavano agli appalti per il Comune di Salerno, ma sul tavolo c’erano questioni che riguardavano direttamente la Regione Campania, come nel caso degli appalti Soresa o dei fonti POR. Un altro documento ha invece come intestazione “per il dott. Roberto De Luca” ed elenca 10 punti che riguardano tutti la gestione del Comune di Salerno: “Salerno mobilità”, “lavori di pulizia e giardinaggio alle municipalizzate”, “contratto di quartiere Porto”, sono alcuni di quelli elencati.

Altri messaggi

Ma il contenuto di altri “pizzini” ritrovati nella scrivania di Zoccola apre ulteriori nuovi scenari. C’è quello con intestazione “tessere”, un elenco dove sono indicati dieci soggetti e due società, in corrispondenza dei quali vi è una numerazione che dovrebbe indicare il numero di tessere, con un totale di 620 e, alla fine, l’indicazione di un importo per un totale di euro 4.570. Gli inquirenti collegano questo documento ad una intercettazione tra Zoccola e alcuni indagati. È Adolfo Salzano che racconta: “arriva Piero De Luca, chiama a Franco Picarone, dice così: “stammi a sentire Franco mi devi dare una mano perché c’è uno che vuole prendere, vogliono occupare il partito.

Franco Picarone prende e che fa? Chiama a Vittorio Zoccola (nel frattempo si ascolta la risata di Vittorio Zoccola) dice “scusa, mi puoi dare una mano vorrei fare due tre tessere”. L’intercettazione è del 7 luglio del 2020, a pochi mesi dalle elezioni regionali. Per i magistrati dimostra come, a richiesta da parte dei politici, Zoccola potesse finanziare le campagne elettorali attraverso il tesseramento al partito indicato.

La cena tra le cooperative e De Luca

Tra le carte di Zoccola sequestrate dalla magistratura c’è anche una fattura di 650 euro per una cena del 16 febbraio 2020. Il luogo è il ristorante “Il Golfo” di via Porto, 57, a Salerno, a due passi dal genio civile. È in quell’occasione che Vincenzo De Luca incontra tutti i rappresentanti delle cooperative salernitane nell’orbita di Zoccola.

Se ne trova traccia anche in una intercettazione di due giorni prima tra Zoccola ed il consigliere regionale Franco Picarone, che al telefono dice: “senti Vittorio so che avete questa cena con De Luca la sera, domenica“. Picarone chiede a Zoccola se oltre a De Luca ci saranno altri esponenti politici, e lui risponde: “no, no, quali esponenti politici, nessuno! A meno che lui non porta i figli, il figlio, non lo so chi porta“.

Fonte: Fanpage.it

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