Cronaca

Infermiere ucciso con una coltellata, Giancane al Riesame

Infermiere ucciso con una coltellata, Giancane al Riesame.

Comparirà davanti al Tribunale del Riesame il 12 settembre Davide Sansone Giancane, il nocerino finito in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato da futili motivi dell’infermiere Maurizio Fortino.

L’indagato è rinchiuso nel carcere di Fuorni dallo scorso 20 luglio, giorno in cui colpì l’infermiere con una coltellata al fianco per motivi passionali.

L’uomo, assistito dal difensore di fiducia Rosario Fiore del foro di Salerno e noto alle forze dell’ordine per precedenti contro la persona e problemi di stupefacenti e di stalking (prima dell’assassinio a Nocera, era stato sottoposto ad un divieto di avvicinamento nei confronti di un’altra donna), la notte del delitto si recò a casa della sua ex compagna subito dopo il suo ritorno da Milano, dove lavorava.

Nell’appartamento di via Origlia, ad un passo dal centro, c’era l’infermiere Maurizio Fortino, chiuso in bagno. Secondo la Procura l’uomo attese il rivale per affrontarlo e aggredirlo con un coltello preso in cucina, perché l’assassino non tollerava la sua presenza in casa in presenza della figlia piccola, una bambina avuta dalla relazione con la donna.

Nel corso delle prime fasi investigative e poi davanti al gip, nel corso dell’udienza di convalida, Giancane, in precedenza assistito da un altro legale, aveva spiegato che non voleva uccidere il nuovo compagno della sua ex, l’uomo che aveva una relazione con la madre di sua figlia e che ora viveva da sola, con la piccola, dopo aver lasciato da tempo la casa di famiglia di lui.

Il 42enne nocerino era ribattezzato “il siciliano” per le sue origini, o “lo zingaro”, lavorava a Milano ed era noto per il carattere intemperante. Il gip del Tribunale di Nocera Inferiore Paolo Valiante dopo l’udienza non convalidò il fermo, perché non sussisteva il concreto pericolo di fuga, firmando contestualmente un’ordinanza di custodia cautelare in carcere al termine della camera di consiglio.

Nel provvedimento impugnato, il giudice ricostruì la vicenda, partendo dal quadro accusatorio e dagli elementi raccolti dal pm, e dispose comunque la custodia in carcere per i rischi legati alla personalità del reo. A pesare fu la versione dei fatti fornita dalla sua ex compagna, ritenuta più credibile rispetto alla difesa dell’indagato.

Giancane rimase così in cella su disposizione del magistrato perché ritenuto potenzialmente pericoloso, in ragione dei suoi precedenti. L’autopsia svolta sul corpo dell’infermiere nocerino aveva confermato il colpo mortale al fianco sferrato con l’arma da taglio, causa del decesso avvenuto per dissanguamento. Fortino, dopo essere stato ferito, si era messo alla guida del suo scooter provando ad arrivare all’ospedale Umberto I, per poi accasciarsi privo di sensi durante il tragitto.

L’uomo fu soccorso da una coppia di passaggio in auto. Quando giunse al Pronto soccorso dell’ospedale nocerino, però, per lui non c’era più nulla da fare. Accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, Giancane ha presentato ricorso al Tribunale della Libertà di Salerno, con l’udienza fissata nella prima metà di settembre. L’obiettivo è quello di ottenere una misura cautelare meno afflittiva.

Fonte: la città

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