Curiosità

La Lesciva, un antico sapone naturale

Prima della diffusione dei detersivi di fabbricazione industriale si usavano prodotti naturale per l’igiene casalinga e non solo. Era comune incontrare le donne con le ceste piene di panni, si recavano al canale del paese mentre altre andavano al fiume, era un rito quotidiano, si arrivava la mattina presto per prendere il posto migliore. Chi arrivava tardi attendeva il proprio turno.

I bambini accompagnavano le mamme fra schiamazzi e marachelle, come tutti i bambini, era facile inventarsi dei giochi anche delle pietre potevano trasformarsi in personaggi per le menti fantasiose.



Gli antichi lavatoi

I canali più moderni avevano già pietre su cui adagiare gli indumenti. Al fiume invece venivano posizionate o scelte le pietre più adatte a lavorare i panni. Si passava il tempo fra pettegolezzi, canti popolari e nenie per non pensare alla fatica sopratutto d’inverno erano che erano costrette a lavare con l’acqua gelata, qualche volta a togliere la neve prima di posizionare la cesta. Gli strumenti del mestiere li portavano da casa come il sapone, la tavola da lavare, la conca. Veniva usato un particolare sapone per sbiancare i panni. Per farlo era necessaria la cenere e tutto un processo.



La Lesciva

La Lesciva, sinonimo di Ranno, è una soluzione a media concentrazione di idrati e carbonati alcalini, usata per lavare e sbiancare i panni. Tutti potevano accedervi e utilizzarlo dato che era un composto fatto di cenere di legno e acqua. Esisteva la versione calda e la versione fredda. Il composto era uno a cinque, misurati in volume non in peso, un bicchiere di cenere e cinque di acqua, veniva bollito in una pentola girando spesso per circa due ore. Si lasciava raffreddare tutta la notte e l’acqua, raccolta con un mestolo, conservata nei contenitori. La versione fredda aveva lo stesso procedimento solo che non veniva bollito ma lasciato in un recipiente fino a sei settimane. L’acqua della Lesciva era uno sbiancante molto efficace, era di uso bollire il liquido della Lesciva, diluito con acqua, versato nelle bacinelle con i panni e lasciato agire tutta la notte. La pasta, cioè la cenere che restava sul fondo del contenitore, era usata per la disincrostazione come un normale detersivo in polvere.

La Lesciva era anche uno shampoo

Le donne usavano la Lesciva anche per l’igiene dei capelli, era un ottimo lucidante per capelli. Per le donne era anche occasione di incontrare qualche corteggiatore che attendeva lungo il tragitto della ragazza, quella era l’unica occasione in cui le donne potevano uscire senza essere accompagnati da un uomo della famiglia. Spesso le donne appartenenti alle famiglie meno abbienti, su commissione, si recavano al fiume a lavare i panni delle signore benestanti. E spesso oltre ai panni erano anche costrette a trasportare acqua potabile nel “varrili” dato che in casa nessuno aveva acqua potabile.



Le donne con fazzoletti legati sul capo nascondevano le lunghe trecce, non era concesso mostrare i capelli in pubblico se non in qualche rarissima occasione come le processioni. Raccoglievano le lunghe gonne pieghettate e le infilavano nella cintura per evitare che si inzuppassero, si dice abbiamo ispirato i costumi e i movimenti del cancan.

 

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