La mensa scolastica un diritto o un lusso?

Mentre per molte famiglie il ticket potrebbe sembrare un costo irrisorio, per la maggior parte la morsa della crisi rende impossibile il pagamento di questo contributo giornaliero, la più veloce soluzione adottata dal Comune di Sala Consilina è quindi quella di escludere i bambini “morosi” dal pasto, discriminando i nostri figli in base, appunto, alle condizioni sociali ed economiche delle famiglie.
Questi atti discriminatori naturalmente non fanno bene al bambino perché lo marginalizzano e soprattutto perché violano vergognosamente alcuni diritti fondamentali dell’uomo, quelli legati alla dignità della persona e al principio di non discriminazione. L’art. 1 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea afferma: “La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata”, ed ancora l’art. 3 della Costituzione Italiana afferma che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale[…] È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale”.
Un diritto come quello del cibo è anche riconosciuto dalla Dichiarazione dei Diritti Umani del 1948.
Non è giusto che a farne le spese siano i più piccoli con conseguenze educative e psicologiche tutt’altro che trascurabili, in quanto si tratta di una “violenza” vera e propria le cui ricadute psicologiche possono essere “diverse e traumatiche”
A tal proposito una lettera aperta di Mirko Resciniti – M5S Vallo Di Diano:
“Colgo l’occasione per porgere a tutti i più sinceri auguri di Buon Anno, con la speranza che ognuno di Voi lo viva nel miglior modo possibile.
Ma si sa, questo 2015 nasce fortemente condizionato dal tortuoso e opaco corso che ha accompagnato anche il 2014, anno specchio di una società sempre più consapevole dell’inesorabile crollo economico e ‘maledettamente’ sociale; tutto è palesemente palpabile nelle facce, negli sguardi noiosi e stanchi che accompagnano le giornate altalenanti di ognuno, dall’imprenditore che perde terreno sotto ai piedi fino al disoccupato che può solo sognarlo il terreno, quasi invano.
Rimangono infiniti ‘quasi’ appesi al filo della speranza riposta nelle Amministrazioni Comunali che tengono in pugno il Vallo Di Diano, un comprensorio più che mai succube della naturale e palesemente vana assoggettazione a partiti che hanno saputo tuffarsi dove le acque avevano sovrastato anche i cervelli di chi non vuole guardare in faccia la realtà e cerca di interpretare la parte del cattivo di un cartone animato, persino convinto che queste spartizioni di crolli e perdite compongano un degno curriculum.
Quest’anno si terranno le Elezioni del Consiglio Regionale, chi si prenderà la briga di avanzare una candidatura badi bene che si porterà con buon augurio sulla coscienza il destino di questa Terra vittima di immobilismo sociale e politico, perché si riparte a voce alta e testa bassa in un momento di non vetrina politica che restituisca luce in questo profondo nero; questa è la morale che da prassi accompagnerà il Movimento 5 Stelle anche nelle prossime Regionali, un appuntamento difficile ma stimolante, spero con tutto il supporto possibile che il nostro comprensorio riuscirà a garantire.
Temi come il lavoro, la sanità, l’ambiente, vogliono essere aperti come un libro nuovo di zecca perché da temi diventino diritti, così da tenerseli pure stretti, che poi non sarebbe così male!
Da qualche mese circa sto al fianco di una cara famiglia salese che vede negarsi i pasti della mensa per il proprio figlio perché impossibilitati all’acquisto dei ticket; la situazione è precipitata dopo un breve periodo in cui una Docente dalla straordinaria sensibilità provvedeva di persona alla raccolta di qualche pasto dalla mensa per il piccolo fin quando le altre colleghe si sono opposte costringendo la famiglia a prelevare per pranzo e riportare dopo il piccolo ogni santo giorno; ma come si può imporre questo a una famiglia costituita da una nonna con annessa pensione che risulta tra l’altro come unica generatrice di reddito, padre disoccupato dopo anni di cassa integrazione, madre coltivatrice e casalinga, un figlio sposato disoccupato, un figlio celibe disoccupato e il minore stesso.
Nell’esporre il problema al Sindaco sono stati rigettati immediatamente dallo stesso al Piano Sociale di Zona S10 che continua a far finta di non sentire, insomma nessuno vuole farsi carico di una possibile risoluzione e questo disonora i cuori di chi vive determinati ruoli, di chi può in determinate cose ma continua altezzosamente a lavarsene le mani; probabilmente sarà incosciente che un ‘piccolo’ intoppo del genere va contro la tutela del Diritto allo Studio perché in base ad una norma dello Stato il consumo del pranzo scolastico è punto fondante del ciclo integrativo ed istruttorio di un giovane soggetto nello scenario sociale in cui vive.
Tramite un Giurista di fiducia stiamo analizzando il caso civilmente e politicamente ci batteremo affinché siano predisposti gli atti necessari per definire una più che giusta esenzione retta da parametri reddituali minimi e massimi.
Insomma, nessuno sa ma il confine a questa non curanza dove sta?
Confido pienamente nell’attenzione dell’Amministrazione Comunale, alla quale sono molto legato nonostante le dovute differenti vedute, e rinnovo il mio auspicio a tutte le più alte cariche del comprensorio affinché premano per una conduzione unitaria di un più che mai necessario processo di integrazione e stabilizzazione socio-economica, richiederà il suo tempo ma aspetta sempre di essere ‘clamorosamente’ iniziato”.

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