La nuova stagione espositiva del Marte è stata inaugurata sabato 21 febbraio/ FOTO

CAVA DE’ TIRRENI. Questa volta vi è stata una vera e propria evoluzione rispetto al passato perché si è avvalsa della collaborazione di grandi realtà che già sono attive nel territorio campano come la galleria Cobbler di Cava dei Tirreni e la galleria PrimoPiano di Napoli.

Proprio a partire dalla collaborazione con quest’ultima è stata allestita una duplice mostra fotografica in cui sono state esposte due mondi importanti fra loro contrapposti, ma dal fascino suggestivo: Luca Zanier con “Corridors of Power” e Jay Wolke con “Architecture of Resignation”.

Per tracciare un segno molto più evidente le due mostre sono state suddivise in due piani diversi: al piano superiore quella di Zanier e al piano inferiore quella di Wolke; già tale suddivisione molto probabilmente è un approccio sintomatico alle tematiche affrontate.
Luca Zanier infatti retrae i “luoghi del potere”.
14 opere fotografiche in cui viene messo in risalto come in strutture, più o meno suntuose, vengano decise le sorti del mondo e degli uomini.
Ogni singola opera rappresenta un potere specifico, ma la genialità del Zanier risiede nel ritrarre tali strutture vuote.
Dalle immagini si riesce a percepire anche il silenzio, ma soprattutto, grazie al punto di vista centrale adoperato, si riesce anche ad immedesimarsi ed a sentirsi protagonista della foto da cui si assorbe una certa sensazione di responsabilità dell’ipotetico ruolo che si va a ricoprire mentre si osserva l’opera.

Le immagini più eloquenti sono:
– CGT General Labour Confederation in cui si manifesta il potere del lavoro
Opera dell’architetto brasiliano Neimeyer dai colori scintillanti e dalle volumetrie alquanto singolari
– PCF French Communist Party In Paris project
un bunker con soffitto a volta nascosto al mondo esterno sotto una cupola per metà interrata con una gobba.
l’opera appartiene al brasiliano Oskar Niemeyer per il Partito Comunista Francese, tale era la passione per il suddetto architetto che da comunista convinto non percepito alcun onorario per il suo lavoro e quindi questa è la sede del potere Comunista Francese
– FIFA I’Executive Committee
opera dell’architetto svizzero Tilla Theus che ha progettato per la Fifa una centrale che viene dalla stessa definita una “casa privata per la famiglia” quindi questa è la sede in cui vi è il potere del calcio mondiale e il richiamo al calcio è rappresentato dal lampadario di cristallo a forma di arena che occupa tutto il soffitto.

In contrapposizione a tali strutture sfarzose al piano inferiore prende vita la mostra di Jay Wolke.
In questa mostra il titolo già rievoca il messaggio dell’artista: si tratta non solo di architetture in quanto edificato di architetture sociali psicologiche e soprattutto politiche in cui attualmente l’uomo è immerso ed alienato.
Il viaggio di ricerca nasce dall’esigenza dell’autore di effettuare un grande tour dell’Italia del Sud.
Il quadro d’insieme rappresenta in sé un ossimoro: se da un lato vi sono tutte le bellezze paesaggistiche ed architettoniche dall’altro vi erano degli scenari aberranti.
Un esempio di quanto detto sono le opere:
– Unfinished Church, Gibellina Nuova, Sicily
incompiuta Chiesa nella città di Gibellina in Sicilia dove vediamo questa cupola che si innesta su un grande vuoto urbano.
– Melted tower Palermo rappresenta uno spazio pubblico in cui vi è animato ed Introversione.

Lo spazio pubblico rappresenta comunque una curiosa dialettica in grado di facilitare contemporaneamente sia rituali condivisi dei gruppi sociali che i comportamenti dei singoli individui.
Tale concetto è ritrovabile per l’appunto in questa fotografia perché vi è un campetto da calcio all’interno di una piazza e con una torre fusa come sfondo che in questo caso quasi rappresenta un elemento di arredo urbano all’interno di un contesto che non ha una vera e propria identità.
– Factory Skeleton – Pozzuoli –
Lo scheletro d’industria a Pozzuoli Napoli, dove si presuppone siano stati stanziati dei finanziamenti pubblici per l’apertura di questa nuova industria di cui oggigiorno ne restano soltanto le denutrite spoglie.
La mostra è stata accompagnata da un simpatico ed invitante buffet in cui la gentilezza dello staff si è ben accompagnata alla bellezza dell’allestimento.
Una figura di rilievo della mostra è quella di Antonio Maiorino Marrazzo il curatore della suddetta in quanto molto disponibile con i fruitori a chiarire eventualmente dei dubbi o a riportare curiosità ed aneddoti riguarda le opere esposte.

[Best_Wordpress_Gallery id=”112″ gal_title=”Mostra al Marte”]

di Fabio D’Ambrosio (Eureka)

Exit mobile version