Cronaca

Laurino, negato il diritto allo studio a trenta giovani: il caso

LAURINO. L’istituto professionale di Laurino è ormai un lontano ricordo. Le prime due classi non esistono più e nel giro di due anni verrà chiuso definitivamente. La motivazione ufficiale è la carenza di iscritti ma, in realtà, l’istituto di Laurino è finito nella morsa dei tagli del Governo. Stessa sorte è toccato al liceo psicopedagogico del vicino centro di Piaggine dove quest’anno sono state abolite le prime due classi. Una trentina in tutto gli studenti che sono rimasti a casa e che al momento sono impossibilitati a rientrare a scuola.

Il caso è stato sollevato dal presidente della Comunità del Parco Salvatore Iannuzzi che nei giorni scorsi ha scritto direttamente alla ministra Fedeli. «In un’ area disagiata, dove i saperi dovevano crescere ed implementarsi – spiega con amarezza Iannuzzi – si è assistito e si assiste alle soppressione di due istituti scolastici negando di fatto il diritto allo studio a decine di studenti che al momento restano a spasso in attesa di una soluzione».
Poi spiega: «Non essendoci scuole di pari indirizzo se non a 60 km di distanza e in assenza di uno specifico servizio di trasporto scolastico, lo Stato impone di fatto a questi ragazzi di stare per strada. Qui, al contrario di altre territori, lo Stato promuove l’evasione dell’obbligo. Una situazione paradossale che spero non venga sottovalutata dagli organi preposti per reprimere e punire i responsabili».

Intanto i sindaci di Laurino e Piaggine hanno impugnato il provvedimento del dirigente scolastico provinciale che di fatto ha soppresso due classi a Laurino e due a Piaggine.
«Siamo certi che il Tar ci darà ragione – spiega Romano Gregorio, primo cittadino di Laurino – si tratta di un taglio ingiustificato che mette seriamente a rischio il diritto allo studio di decine di studenti. Un provvedimento, effettuato a poche settimane dell’inizio dell’anno scolastico, che non tiene conto della morfologia del territorio, dei trasporti e delle esigenze dei ragazzi».

Sul piedi di guerra anche i genitori. «Avevamo già comprato i libri per il secondo anno – racconta amareggiato Pietro Guerrieri, uno dei genitori – poi, a metà estate ci hanno comunicato che la classe era soppressa. Eppure il numero di studenti era rimasto invariato rispetto allo scorso anno. L’istituto professionale più vicino con lo stesso indirizzo si trova ad Eboli, a circa 60 chilometri di distanza. Come faccio ad accompagnare mio figlio tutte le mattine? Speriamo che prendano subito dei provvedimenti».

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