Cronaca

L’autista: «Ho visto morire Francesca»

«Chiedo perdono ai genitori di Francesca Bilotti. Sono un uomo distrutto nel profondo. Se vogliono possono venire anche ad uccidermi gli do io il coltello, ammazzatemi. Più di questo non so cosa dire». E’ la drammatica testimonianza rilasciata in un’intervista all’emittente televisiva “Lira Tv” da Pietro Bottiglieri, l’autista della Sita della linea Olevano-Battipaglia-Fisciano che lunedì mattina era alla guida del bus che ha travolto e ucciso al Campus di Fisciano Francesca Bilotti, la 23enne originaria di Giffoni Valle Piana, studentessa del corso di Lingue e Letteratura Straniera presso l’Università degli Studi di Salerno.

«Chiedo scusa, sono distrutto. Vorrei morire anch’io – ha riferito a “Lira Tv” nel suo drammatico racconto Bottiglieri – Quella mattina era meglio che non mi svegliavo per andare a lavorare». E’ proprio lui a raccontare i tragici attimi che hanno preceduto l’investimento della povera Francesca. «Quando sono arrivato al terminal di Fisciano, a causa della coda degli altri mezzi, mi sono fermato con la parte anteriore che aveva varcato il cancello di ingresso e quella posteriore ancora fuori. Ho atteso che il collega che si trovava dinanzi al mio pullman liberasse la zona ed ho eseguito questa maledetta manovra per portarmi al nostro box. Dallo specchietto la visuale copre soltanto la metà del mezzo ed il fondo e tra l’altro c’erano tanti ragazzi a bordo anche in piedi pronti per scendere. La parte anteriore destra è una zona oscura per noi. Nel fare la manovra purtroppo ho urtato questa ragazza non volendo, che è caduta e l’ho investita».

«Non è stata colpa mia, giuro di non averla vista – racconta in lacrime – mi dispiace per la famiglia, io ho i figli. Non so cosa fare, non sto dormendo, sto piangendo una continuazione e non ce la faccio. Spero che il Signore mi da la forza per andare avanti». Straziante anche il racconto dei momenti successivi al tragico incidente. «Sono subito sceso dal pullman – spiega ancora Bottiglieri – la ragazza respirava ancora. Ho visto che si agitava prima di esalare l’ultimo sospiro. E il Signore se l’è chiamata. E’ stato terribile».

«Quando sono arrivati i soccorsi – ha concluso con un’espressione di profondo rammarico – ed ho visto che porgevano il lenzuolo ho capito quello che era successo. All’arrivo dei carabinieri mi sono costituito. Sono 40 anni che faccio questo lavoro. E’ andato sempre tutto bene. Questa disgrazia non doveva capitare. E’ successo quello che non doveva succedere. A giugno sarei andato in pensione. Chiedo ancora perdono alla famiglia». L’autista è indagato per omicidio colposo e al vaglio degli inquirenti ci sono anche le immagini del sistema di videosorveglianza per accertare eventuali responsabilità a carico dei soggetti coinvolti.

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