Lavoro

Lavoro, a luglio oltre 23 milioni di occupati. Ma i disoccupati salgono all'11,3%

Il tasso di disoccupazione sale a luglio all’11,3%. Lo comunica l’Istat segnalando un aumento di 0,2 punti percentuali da giugno. Fra i giovani il tasso di disoccupazione aumenta ancora di più: è salito infatti al 35,5%, in crescita di 0,3 punti da giugno.

«Il numero di occupati ha superato il livello di 23 milioni di unità, soglia oltrepassata solo nel 2008, prima dell’inizio della lunga crisi», afferma ancora l’Istat, precisando che gli occupati sono a luglio 23,063 milioni di persone, il massimo a partire da ottobre 2008 (quando erano 23,081 milioni). La soglia era già stata oltrepassata a giugno, precisa l’Istat, a seguito della revisione dei dati provvisori. Il tasso di occupazione a luglio sale al 58% (+0,1 punti percentuali).

A luglio 2017 l’Istat stima gli occupati in crescita dello 0,3% rispetto a giugno (+59 mila), «confermando la persistenza della fase di espansione occupazionale». Rispetto a luglio 2016 l’incremento è di 294 mila unità (+1,3%). Crescono rispetto a giugno sia i lavoratori dipendenti (+0,2%, +42 mila) sia gli indipendenti (+0,3%, +17 mila). Tra i dipendenti l’aumento interessa sia i lavoratori permanenti (+0,2%, +23 mila) sia quelli a termine (+0,7%, +19 mila).

Su base annua la crescita interessa i soli lavoratori dipendenti (+2,2%, +378 mila) a fronte di un calo tra gli indipendenti (-1,5%, -84 mila). La crescita dei dipendenti riguarda sia i lavoratori permanenti (+0,6%, +92 mila) sia, in misura maggiore, quelli a termine (+11,7%, +286 mila).

La crescita congiunturale dell’occupazione interessa tutte le classi di età ad eccezione dei 35-49enni ed è interamente dovuta alla componente maschile (gli occupati aumentano dello 0,6%, +86 mila), mentre per le donne, dopo l’incremento del mese precedente, si registra un calo (-0,3%, -28 mila occupati). Su base annua, invece, la crescita interessa uomini (+1,4%) e donne (+1,1%). A crescere sono gli occupati ultracinquantenni (+371 mila) e i 15-24enni (+47 mila), a fronte di un calo nelle classi di età centrali (-124 mila). Nello stesso periodo diminuiscono sia i disoccupati (-0,6%, -17 mila) sia, soprattutto, gli inattivi (-2,4%, -322 mila).

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