Eventi e cultura

Il legame che unisce Pasolini ed Alberti in un inedito ritrovato

Per la popolazione spagnola ed italiana vivere la dittatura totalitaria come Fascismo e franchismo ha voluto significare, tra le varie angustie, anche la sparizione delle lingue e dei dialetti locali, l’autentica e pura tradizione stilistica ed identitaria.

Per Pasolini la difesa della pluralità linguistica e della diversità stilistica di ogni singola cultura era un autentico baluardo contro l’omologazione culturale perpetuata dal Fascismo che, in particolar modo nella città di Sabaudia presa ad esempio in un celebre documentario, avrebbe portata ad una degenerata e condannata società dei consumi.

Rispetto alla cultura orientale, francese ed africana, la critica è povera di studi che negli anni hanno dimostrato un autentico interesse dell’intellettuale bolognese per la cultura spagnola. Un interesse che, al contrario, esiste eccome e su cui la critica recentemente se ne sta occupando; mi riferisco, in particolare, agli studi della traduzione della sceneggiatura di “Mamma Roma” del poeta argentino Josè Augustin Goytisolo.


Francesca-Coppola-Pasolini


Uno studio che è destinato a pesare non poco nella sterminata bibliografia critica dedicata al “poeta delle ceneri” è un recente studio dedicato ad un inedito che Pasolini dedica al poeta andaluso Rafael Alberti; a riportare ed a donare alla classe intellettuale questo preziosa testimonianza è stata Francesca Coppola, giovane Dottoranda di Letteratura spagnola presso l’Università di Salerno.

La giovane studiosa, nel suo studio, ha evidenziato e messo in luce il rapporto letterario e personale che vi era tra l’intellettuale corsaro e l’autore de Una notte di guerra al museo del Prado. Il lavoro di ricerca di Francesca Coppola, condotto presso l’Archivio contemporaneo “A.Bonsanti” del Gabinetto Scientifico letterario “G.P. Viesseux” di Firenze, è stato presentato lunedì in occasione della serata a lei dedicata da “Casa della poesia”, progetto internazionale di valorizzazione della poesia diretta da Sergio Iagulli.

Chiunque si approcci all’universo pasoliniano, inevitabilmente si trova a dover approfonditamente i maestri stessi dello scrittore e poeta. Per condurre questa ricerca Lei ha dovuto navigare un mare poco esplorato dagli stessi “pasolinisti”, quello concernente l’interesse dello scrittore per la lingua e letteratura spagnola..

La mia scoperta dell’inedito di Pasolini rivolto a Rafael Alberti mi ha necessariamente condotto a studiare più approfonditamente la figura dell’intellettuale bolognese. Il testo inedito di Pasolini è dedicato alla silloge “Sobre los angeles”, presentata in Italia con la traduzione di Vittorio Bodini nel 1966 con la traduzione “Degli angeli”.

Per Pasolini la lirica di Alberti è allo stesso tempo “sorpresa e rivelazione” e poeti come  Lorca, Machado, lo stesso Alberti sarebbero necessariamente da collocare di fianco a nomi come Montale ed Ungaretti, quei poeti la cui lettura delle loro opere furono sostanziali per la formazione dello scrittore nei primi anni sessanta. Pasolini era talmente affascinato dalla lirica di Alberti che arrivò a definirsi, “un poeta apprendista”. Fondamentale per una conoscenza approfondita tra i due intellettuali fu l’amicizia in comune con Elsa D Giorgi.

Pasolini condivideva con molti degli intellettuali spagnoli una “disobbedienza civile” che in quegli anni era comunemente accomunata dall’opposizione al Fascismo/Franchismo. Penso a come lo scrittore convinse il giovane militante antifranchista Enrique Irazoqui (futuro Cristo del “Vangelo secondo Matteo) ad interpretare la parte nel film. Ha avuto modo di rilevare, nell’inedito, anche tracce di un impegno politico e civile che Pasolini riconosceva nell’Alberti?

L’inedito ad Alberti è essenzialmente una rivelazione di ammirazione per il poeta andaluso anche se Pasolini riconosce che tra lui e la sua poesia vi sono differenze sostanziali. Connotazioni politiche in altri testi dedicati alla cultura ispanica si riscontrano maggiormente in un testo come Calderòn, un testo teatrale di impegno civile, ispirato parzialmente all’opera di Calderon de La Barca “La vita è sogno”.

Calderon è un testo ambientato proprio nella Spagna franchista nei duri anni del Regime. L’Inedito da me ritrovato, e divulgato con l’autorizzazione dell’erede e depositaria delle opere di Pasolini, sua cugina Graziella Chiarcossi (moglie di Vincenzo Cerami), è un inno alla sua poesia ed alla poesia civile.

Dunque, un rapporto, quello di Pasolini ed Alberti, di stretta corporeità ed allo stesso tempo marcata di una sostanziale divario..

Esattamente, un rapporto, quello tra Pasolini ed Alberti, umano ed esistenziale. Entrambi ebbero l’urgenza, nelle loro opere, di raccontare quell’urgenza bellico-esistenziale, anche se non si può dire che ci sia una consistente intertestualità tra i due intellettuali.

Pasolini ha una propria voce, Alberti ne ha un’altra e differente. Entrambi, però, vivono intensamente, in paesi diversi, l’esigenza di un impegno e di farsi voce di una poesia civile. Alberti dovette vivere in esilio a causa del Regime franchista e neppure dopo la morte di Franco, avvenuta nel 1975, fu possibile ritornare in patria.


Francesca-Coppola-Pasolini


Una foto molto celebre che ritrae lui in aeroporto con una mano aperta a mo’ di saluto la dice lunga per un poeta che aveva lasciato il suo paese con il pugno chiuso. Un ulteriore caratteristica che lega Pasolini ed Alberti è senza dubbio l’inquietudine.

Il Suo ritrovamento è la dimostrazione che Pasolini è un autore di cui, nonostante la sterminata produzione critica che ogni anno viene pubblicata, ancora non si conosce tutto della sua opera omnia. Cosa può ancora dare l’autore de “Una vita violenta” alle giovani generazioni di studiosi?

Pasolini è stato capace di offrire una visione diversa della poesia e dei contenuti critici sulla poesia altrui fondamentali per costituire un quadro d’insieme critico di un’opera.Mi sono soffermata su un’osservazione amara che lo scrittore dedicò allo scrittore inglese Edward Morgan Foster, reo di aver fatto pubblicare Maurice, un’opera con espliciti riferimenti ad una storia omosessuale.

Pasolini non gli perdonò mai questa “mancanza di coraggio” dovuta ad una ritrosia dell’intellettuale inglese a dichiarare una propria identità sessuale Per Pasolini quell’opera ed il messaggio che essa arrecava avrebbe supportato molti della stessa condizione.

Un intellettuale eclettico come Pasolini come lui ancora parla su molte scottanti questioni contemporanee come la violenza sulle donne, l’immigrazione. Egli aveva una visione del mondo acuta e profetica.  Estremamente interessante in Pasolini è la simbiosi letteraria e vitale che egli ha con altri poeti.

Mi riferisco al suo “fratello gentile” come definiva Garcia Lorca, con il quale condivise, con le dovute differenze,  oltre che un “disperato” impegno civile, anche una morte violenta.

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