Cronaca

Lettera aperta: i senegalesi scrivono al Prefetto di Salerno

Lettera aperta dal presidente dell’Associzione senegalesi di Salerno, Daouda Niang al Prefetto di Salerno.

Caro prefetto Dott. Russo

Nelle ultime settimane si sono intensificati i controlli da parte delle forze di polizia nei riguardi delle lavoratrici e dei lavoratori ambulanti nella città e provincia di Salerno. Abbiamo verificato con i nostri occhi e sulle nostre persone che i controlli avvengono solo nei riguardi delle persone di pelle nera.

Siamo, per questo, molto preoccupati. Da una parte, perché non riusciamo praticamente a lavorare.
Dall’altra parte, perché avvertiamo la discriminazione su base del colore della pelle. Le popolazioni ed istituzioni locali conoscono le nostre attività, sanno quanto senegalesi e bangladesi, le più grandi comunità dedite al lavoro ambulante a Salerno, sono parte del tessuto civile, sociale e culturale locale. I figli e le figlie di molti di noi frequentano le scuole della città e della provincia.

Noi tutti abitiamo in case in cui paghiamo, regolarmente, fitti e bollette. Siamo parte della vita economica e sociale locale. Non riusciamo a capire perché tanti controlli sono su di noi e solo su di noi. Chiediamo, per noi e tutte le altre persone, solo rispetto e possibilità di lavorare. In sicurezza, con tranquillità e dignità. Per tutti.

Per questi motivi, facciamo richiesta di un incontro al Prefetto di Salerno. Il nostro intento è quello di confrontarci con il massimo rappresentante dell’ordine pubblico in città e provincia per evidenziare che la questione del lavoro ambulante, come del lavoro più ampiamente, è questione economica e politica ma non di sicurezza. Le lavoratrici e i lavoratori ambulanti vogliono la sicurezza, la vogliono per sé, le proprie figlie, i propri figli e per l’intera popolazione.

Per chi fa l’ambulante la sicurezza è un bene non solo prezioso in sé, come lo è per l’intera popolazione, ma
anche necessario per potere lavorare e avere relazioni positive con la potenziale clientela.

Siamo sicuri che il Prefetto vorrà ascoltare le nostre richieste e proposte, che vengono da una parte
della società locale fatta di lavoratrici e lavoratori che amano la pace e la giustizia.

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