Limite 3000 euro pagamenti in contanti: tutto quello che c'è da sapere

La situazione economica dell’eurozona è da tempo fortemente compromessa a causa di congetture finanziarie globali molto avverse. Tutto nacque nel 2008 con la crisi dei grandi istituti di credito statunitensi che si ritrovarono di punto in bianco di miliardi di asset senza alcuna copertura successe in pratica che i clienti utilizzando danaro contante per i propri pagamenti verso gli istituti non lasciavano una traccia veritiera della propria posizione patrimoniale. Questo preambolo è sicuramente utile per capire quale sia l’importanza del denaro contante nelle nostre economie.

Sicuramente negli anni in cui la crisi si è più acuita nel nostro Paese (2011), l’evasione fiscale verso i cosiddetti paradisi off-shore era enorme. All’epoca al governo c’era un esecutivo di centro-destra, con premier Silvio Berlusconi, che venne prontamente rimpiazzato per cause legate alla credibilità internazionale della Nazione per mano del Presidente della Repubblica di allora, da un governo tecnico guidato dal Sen. Mario Monti. Monti era ben consapevole dell’enorme fenomeno dell’evasione fiscale. Per tentare di ridurlo oltre a cominciare una lotta senza quartiere nei confronti degli evasori, emanò una direttiva con la quale si limitava l’uso del contante alla cifra di 1000 euro. In pratica tutte le transazioni di importo superiore dovevano essere effettuate attraverso bonifici, assegni o utilizzando bancomat o carte di credito, tutti questi strumenti ovviamente garantiscono la “tracciabilità” del pagamento e consentono all’Agenzia delle Entrate ed alla Guardia di Finanza di monitorare con efficacia eventuali movimenti sospetti.

Senza dubbio questa manovra draconiana ha sollevato nel Paese un ampio dibattito politico ed economico che ha condannato con fermezza la scelta fatta dall’esecutivo tecnico. In quegli anni si ebbe il coraggio di ammettere che il danaro contante era uno dei pilastri dell’economia del Paese e che purtroppo il così detto “nero” era molto diffuso specialmente tra le piccole e medie imprese. Gli italiani quindi sembravano essere un popolo di evasori dove il pagamento dell’IVA fosse un optional. Ovviamente le cose non stavano esattamente così visto che molti studi ISTAT poterono rilevare come la stragrande maggioranza dell’evasione fiscale provenisse non dal piccolo imprenditore ma dal soggetto magari milionario che aveva interessi in molti altri Paesi oltre al nostro, e quindi era ormai “abituato” ad evadere le tasse nei paesi più “permissivi”.

Nel 2013 sale al governo l’esecutivo di Matteo Renzi, politicamente molto vicino alla classe imprenditoriale medio-piccola. Uno dei primi interventi del Governo è stato quello di riportare la soglia dei pagamenti in contanti a 3000 euro. Tuttavia tale soglia viene applicata solo ed esclusivamente ai pagamenti “al minuto” quelli fatti per intenderci presso gli esercizi commerciali. Per quanto riguarda gli importi trasferibili con i titoli di credito più comuni (pagherò cambiari ed assegni) il limite rimane di 1000 euro per transazione. Gli assegni in aggiunta devono recare obbligatoriamente la scritta “non trasferibile” pena la nullità del titolo. Per i prelievi dai libretti nominativi ed al portatore vige sempre il limite di 1000 euro. I prelievi dal proprio conto corrente bancario non potranno superare i 5000 euro, tuttavia per ogni prelievo effettuato oltre 1000 euro scatterà la segnalazione all’Agenzia delle Entrate. Le pensioni non potranno essere più pagate con denaro contante ma solo tramite bonifico bancario che tra l’altro oggi può essere fatto anche online come ricorda il sito specializzato prestitisbp.com. Insomma tutti i pensionati dovranno dotarsi obbligatoriamente di un conto corrente bancario sul quale far accreditare le somme. Si tratta di situazioni che negli anni porteranno all’estinzione quasi completa di danaro contante per far posto a quello “virtuale”.

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