Eventi e cultura

L’International Archaeological Discovery Award a Paestum

L’International Archaeological Discovery Award a Paestum


Si è svolto il 13 ottobre a Paestum “L’International Archaeological Discovery Award”, il Premio intitolato a Khaled al-Asaad, Direttore dell’area archeologica e del Museo di Palmira dal 1963 al 2003.

Ha pagato con la vita la difesa del patrimonio culturale, è l’unico riconoscimento a livello mondiale per l’archeologia e in particolare gli archeologi, che con dedizione  affrontano quotidianamente il loro compito nella doppia veste di studiosi del passato e di professionisti a servizio del territorio.

Lace Archeo (la prima testata archeologica italiana) hanno inteso dare il giusto tributo alle scoperte archeologiche attraverso un Premio annuale assegnato in collaborazione con le testate internazionali e media partner della Borsa: Current Archaeology (Regno Unito), Antike Welt (Germania), Dossiers d’Archéologie (Francia), Archäologie der Schweiz (Svizzera).

Le cinque scoperte del 2016 sono state:

  • la grande città dell’Età del Bronzo presso il piccolo villaggio curdo di Bassetki, Iraq
  • l’edificio della barca di Sesostri III e i graffiti di 120 navi ad Abido, Egitto
  • la prima opera architettonica dei Neanderthal in una caverna di Bruniquel, Francia
  • la città indo-greca di Bazira, Pakistan
  • le 400 tavolette di epoca romana ritrovate nella City di Londra, Regno Unito

La Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico è riconosciuta sin dal suo inizio da Unesco e individuato come best-practice di dialogo interculturale, attraverso la partecipazione nel Salone Espositivo di circa 25 Paesi.

 “Non è un progetto commerciale, ma culturale – come afferma il fondatore e direttore Ugo Picarelli – quella di una nuova forma di inclusione sociale, in nome della denominazione “Mediterranea” della Borsa  e del voler perseguire la mission della “diplomazia culturale”.

Nel salernitano, come nel Sud Italia, vivono migliaia di cittadini arabi, moltissimi dei quali, probabilmente, del patrimonio culturale non sanno nulla, benché vivano in luoghi dove si afferma la loro storia e dove emerge a pieno una parte non certo secondaria della loro tradizione culturale.

Scoprirla non è solo un’acquisizione di conoscenza, ma una opportunità di dialogo e confronto, consapevoli nella loro lingua che il patrimonio culturale, non solo quello dei siti Unesco, appartiene anche a loro”.


Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio