Politica

Lo strano accordo tra Saviano e la Mussolini sul Pd

Chi l’avrebbe mai detto che Roberto Saviano si sarebbe mai trovato sostanzialmente d’accordo con Alessandra Mussolini riguardo al Pd? Eppure accade e il fatto la dice lunga.

Da un lato un Saviano serio come suo solito invita tramite un video postato su facebook a disertare il voto di quest’oggi alle primarie del Pd per il candidato alle prossime regionali. Dalla’altro una ironica e divertita Mussolini che dichiara di volersi candidare alle primarie del Pd col pretesto di salvaguardare le quote rosa e sicura che tanto “ci sarà qualche cinese” disposta a votarla.

Saviano: «Pronti pacchetti di voti»

«Domani alle primarie Pd in Campania non andate a votare – scrive Saviano. «Questo il mio consiglio. I candidati sono espressione della politica del passato. Queste elezioni saranno determinate da voti di scambio. Pacchetti di voti sono pronti ad andare a uno o all’altro candidato in cambio di assessorati. In più saranno determinanti gli accordi con Cosentino. Le primarie Pd avrebbero dovuto essere strumento di apertura e partecipazione, ma così non è stato (vedi il caso Liguria). Sino a quando non esisteranno leggi in grado di governarle, saranno solo scorciatoie per gruppi di potere. Non legittimiamole, non andate a votare».

Mussolini: «Ci sarà qualche cinese pronto a votare anche per me»

«Il Pd farà le primarie e visto che se ne sono andati tutti i candidati, ne sono rimasti solo due e non ci sono donne, vorrei candidarmi anche io, anche perché credo che sia rimasto qualche cinese che non voterà per i candidati del partito».

Così la Mussolini, nelle sue vesti di europarlamentare di Forza Italia, a Napoli per sostenere la candidatura del governatore uscente Stefano Caldoro, di Forza Italia anche lui.

Il Pd e il terrore dei brogli

L’accusa anche qui è che le primarie del Pd siano in buona sostanza una farsa, con schede già pronte e pacchetti di voti prefabbricati, voti di persone inconsapevoli che si ritroveranno ad aver votato senza in realtà sapere neanche dove si trova il seggio più vicino. E non è impossibile, dal momento che è già successo nel 2011. E la paura di brogliirregolarità, che possano ledere all’immagine del partito più ancora di quanto non gli abbiano nuociuto le polemiche pre-primarie, i rinvii, le indecisioni, le decisioni prese e poi non rispettate, questa paura è palpabile nell’aria: a Roma un teso silenzio tombale e la decisione di inviare degli ispettori del partito nei vari seggi campani, la dicono lunga sul “clima festoso” che il sindaco di Salerno Enzo Napoli ha detto di sentire nell’aria dei seggi.

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