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L’Occhio di Salerno incontra Julio Ritonnaro

Nuovo protagonista delle interviste musicali de L’Occhio di Salerno e Provincia: Julio Ritonnaro aka GIONNI BEATBOX. Stiamo piacevolmente scoprendo nella provincia salernitana una scena musicale emergente fortemente variegata e, soprattutto, di grande qualità. Voi già conoscete l’universo del beatbox?

Quando è nata la passione per il beatboxing? Come ti sei avvicinato a questa musica?

Premettendo che la musica è sempre stata una mia passione (le percussioni in particolare mi hanno sempre affascinato) circa tre anni fa ho iniziato a conoscere meglio questo mondo, ancora sconosciuto a molti, semplicemente grazie ad un video. Il primo istinto è stato quello di emulare ciò che faceva il ragazzo protagonista della clip… fare della musica unicamente grazie a dei suoni prodotti con la bocca era un’idea che mi affascinava tantissimo. Ovviamente non riuscii a fare nulla di più che qualche pernacchia. Poi un giorno mentre ero fermo in motorino (lo ricordo perfettamente quel semaforo della nazionale di Salerno), stavo pensando ad una canzone e la provai ad emulare con un suono gutturale: uscì una sottospecie di cassa di batteria. Da quel momento lì non ho più smesso di sperimentare suoni.

1. Ci spieghi brevemente in cosa consiste?

Non starò certo qui a raccontarvi la storia del beatbox, per quello c’è Wikipedia, ma detto veramente in poche parole consiste nell’emulare suoni col solo uso di bocca, lingua, respirazione e diaframma. I suoni principali sono quelli della batteria, che servono a darti il tempo, poi già intorno a un semplice giro in quattro quarti ci si può sbizzarrire con le melodie e così via.

2. Ti sei esibito dal vivo? La performance che ricordi con più piacere?

Personalmente mi sono messo in gioco nella scena del beatbox italiano da non molto: prima di salire su un palco ho cercato di raggiungere un livello tecnico decente per evitare di proporre banalità. Ho partecipato a due contest nazionali, ma l’esperienza dei miei avversari in materia di esibizioni e tecniche era nettamente superiore. L’esibizione che ricordo con più piacere è stata la mia prima performance davanti un pubblico di un centinaio di persone. Di questo primo live ricordo un gesto in particolare: Lil Klips, beatboxer bresciano nonché mio avversario, mi suggerì da sotto il palco come impugnare meglio il microfono (già, quando ti trovi per la prima volta davanti ad un pubblico dimentichi anche come si impugna un microfono!)

3. Artisti che ascolti/che ti hanno influenzato?

Ascolto una quantità e una varietà smodata di musica: potrei dire di avere influenze diversificate. Mio fratello, che è batterista, mi ha sempre indirizzato sulla “buona strada” fin da piccolo, facendomi ascoltare tantissima musica di qualità e portandomi con sé quando si esibiva dal vivo con gli amici. Crescendo, ho iniziato a scoprire l’hip hop (non solo la musica, ma tutte le arti connesse a questo mondo), ascoltando artisti nostrani che hanno influito sulla mia formazione. Ti potrei dire tantissimi di nomi: Patto mc, Tonico 70, Morfuco mc, Tayone (con i suoi megabeat),Clementino, Ghemon… Questo per quanto riguarda il rap partenopeo, passando al resto dell’italia ho ascoltato mostri sacri come Joe cassano, Bassi maestro, Inoki, Ensi e non posso non citare Fritz da Cat: l’elenco sarebbe ancora lungo ma non ci starebbe nel monitor. Ascolto soprattutto il rap, ma ha influito sulla mia formazione ogni genere di musica: sono cresciuto sulle note dell’immenso Pino Daniele(pace all’anima sua),poi la bossa nova, l’elettronica ecc. ecc. Per quanto riguarda le influenze specifiche in campo di beatbox preferisco Rise, che a mio parere nonostante la tenera età ha raggiunto traguardi eccellenti producendo in beatbox metà degli mc italiani. Ancora: Alien Dee e Dhap, che organizzano numerose competizioni e permettono a tanti beatboxer emergenti di interfacciarsi con una fitta rete di artisti.

4. Un giudizio sulla scena musicale salernitana!

Premettendo che non sono in una posizione per poter criticare e giudicare nessuno, ma vista la domanda, ti rispondo dandoti un parere obiettivo riscontrabile dai dati di fatto. Salerno ha sfornato artisti del calibro di Tayone, dj conosciuto a livello internazionale, o Rocco Hunt che è partito da zero anni fa ed è arrivato al livello di oggi grazie alla sua passione e alla bravura nello scrivere canzoni. Sono salernitano, ma da circa un anno e mezzo vivo a Milano: noto con dispiacere quanto le iniziative (e quindi le opportunità) per chi nasce e cresce in questa città siano più numerose di quelle offerte a Salerno. L’importante, però, è crederci e mettersi in gioco: i due nomi sopracitati, capaci di sfondare ben oltre i confini della Campania, ne sono l’esempio concreto.

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