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Minacce alla Francese, caccia al responsabile: scatta la scorta "invisibile"

BATTIPAGLIA. La caccia al responsabile della lettera minatoria recapitata giovedì mattina, insieme con un proiettile, alla sindaca Cecilia Francese, è senza sosta. I carabinieri della compagnia di Battipaglia hanno controllato anche ieri con particolare attenzione la missiva, analizzando ogni dettaglio che potesse costituire un indizio per risalire al mittente. A partire dalle impronte rilevate sulla busta, sulla lettera e sul proiettile. Un lavoro che ha per prima cosa escluso le impronte conosciute, ossia quelle della sindaca Cecilia Francese, dei suoi collaboratori e di quanti hanno maneggiato la busta, raccolte nella stessa giornata di giovedì.

Gli investigatori mantengono il più stretto riserbo sull’attività in corso. Al momento non risultano sospetti o indagini su soggetti specifici. Pare però che i carabinieri abbiano già in mano una lista riservata di persone su cui saranno effettuati degli accertamenti. Gli uomini delle forze dell’ordine hanno acquisito le registrazioni delle telecamere presenti all’interno e all’esterno del Comune di Battipaglia. Sono stati recuperati i filmati relativi alle giornate da lunedì a giovedì. Ogni fotogramma sarà passato al setaccio, in particolare quelli che mostrano i movimenti intorno all’ufficio del protocollo comunale, dove è giunta la lettera minatoria. I carabinieri hanno interrogato decine di persone sia ieri sia giovedì pomeriggio, in particolare alcuni dipendenti comunali, esponenti della “squadra” di Francese e persone che potrebbero fornire indicazioni o suggerimenti utili.

La Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo sulla vicenda. C’è la ferma volontà di andare fino in fondo a una vicenda che ha avuto risalto nazionale. Gli inquirenti stanno utilizzando ogni risorsa e mezzo a disposizione per individuare il responsabile. Sono state avviate delle verifiche anche a Napoli, da dove è partita la lettera, come dimostra il timbro postale. Non è escluso che gli inquirenti acquisiscano i filmati del sistema di videosorveglianza dell’ufficio postale di spedizione per stringere ulteriormente il campo. Le indagini vengono svolte con grande riserbo, evitando allarmismi e preoccupazione che potrebbero rendere più difficile il compito degli investigatori. Dal canto suo, la sindaca Cecilia Francese ha finora rifiutato l’eventualità di stringere il cordone di sicurezza attorno alla sua persona.

Di scorta nessuno ha voluto parlare, ma la prima cittadina non viene persa di vista neanche un minuto. I componenti lo staff, i più fidati consiglieri comunali e i vigili urbani di turno al Comune ne seguono con discrezione ogni spostamento. I movimenti della sindaca a casa, a Palazzo di città, negli uffici medici dove lavora e collabora sono continuamente sorvegliati da persone a lei molto vicine. Anche nella giornata di ieri, sono giunti messaggi di solidarietà a Cecilia Francese. Mara Carfagna e Stefania Craxi hanno voluto sentire telefonicamente la sindaca dopo averla sostenuta in campagna elettorale, al punto da presenziare ad alcuni incontri politici al Comune di Battipaglia.

Dimenticando le divisioni ideologiche e di partito, gettandosi alle spalle i veleni della campagna elettorale, gli avversari politici hanno fatto pervenire alla sindaca attestati di vicinanza. La prossima settimana, in occasione della prima seduta del consiglio comunale proclamato giovedì scorso, l’assise potrebbe dedicare alla sindaca una riflessione sulla vicenda, approvando un documento unitario per prendere le distanze da ogni strumentalizzazione dell’accaduto e dal triste epiteto di “città della camorra” che da anni pende sulla comunità battipagliese.

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