Cronaca

Molestie su minorenne a San Marzano, la vicenda si chiude

Molestie su minorenne a San Marzano, la vicenda si chiude.


SAN MARZANO SUL SARNO. Il custode del parco dove andava a giocare con gli amici provò ad abusare di lui, dopo averne atteso l’ingresso in uno dei bagni pubblici di quella villa di cui era anche custode. Ora questa vicenda terribile potrebbe finalmente terminare per tutti quelli coinvolti.

Con l’accusa di violenza sessuale a danno di minore è stato infatti mandato a processo, secondo quanto riporta ilmattino, un uomo di San Valentino Torio, di 49 anni, ma residente a San Marzano sul Sarno.

È proprio qui che il 30 dicembre scorso, nei giardinetti di Villa de Tilla, l’uomo avrebbe tentato di abusare sessualmente di un ragazzo di soli 16 anni. La potenziale vittima individuata quel giorno era in compagnia degli amici, quando si staccò dal gruppo per una pausa nei bagni pubblici ubicati in un angolo dei giardinetti. Ma quando entrò dentro, l’uomo lo aggredì, bloccandolo al muro con un braccio.

Poi, si sarebbe denudato e cominciato a masturbarsi riuscendo a palpeggiare il ragazzino nelle parti intime. Di fatto, costringendolo dunque contro la sua volontà a subire atti sessuali.

Dopo una iniziale resistenza, il ragazzo riuscì a divincolarsi dal 49enne, scappando velocemente dalla sua morsa. Il ragazzo si riunì con i suoi amici, spaventato, senza riferire quanto gli era accaduto. Forse proprio perché impaurito da quanto accaduto, da possibili conseguenze e dalla figura del custode del parco dove lui e la sua compagnia si recavano spesso per giocare il ragazzino decise di non raccontare niente a nessuno, almeno all’inizio.

Cambiò idea presto quanto si confidò con i suoi amici che gli consigliarono di raccontare subito tutto alla famiglia.

Ed è proprio questo quello che fece il ragazzino. Raccontò quanto gli era capitato nei dettagli anche alla madre e al padre. Entrambi si recarono subito dai carabinieri, per sporgere formare denuncia, dando inizio ad un’attività investigativa su quel potenziale aggressore.
L’arresto non scattò dopo che qualche giorno era trascorso dai fatti, ma il giudice dispose per l’uomo una misura altrettanto restrittiva, vista la gravità delle accuse: un obbligo di dimora.

Questo solo dopo che gli agenti stessi avevano raccolto la testimonianza del minore, quella degli amici e infine, anche della famiglia, inchiodando l’aggressore alle sue responsabilità. Vista l’evidenza delle prove, la Procura ha citato l’uomo a processo attraverso il giudizio immediato. Richiesta accolta dal gip, che di recente ha respinto per il 49enne anche una richiesta di patteggiamento.

Il processo comincerà il prossimo 22 novembre.


 

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