Cronaca

Morte di Iolanda, la madre si difende: “Mio marito mi picchiava ma non l’abbiamo uccisa”

La madre di Iolanda, la bimba di 8 mesi morta a Sant’Egidio del Monte Albino, per presunti maltrattamenti, ha ribadito al gip quanto aveva già riferito al pm nel corso del precedente interrogatorio.

Mote di Iolanda, la madre si difende davanti al Gip

La donna, da venerdì ristretta in carcere a Salerno con l’accusa di omicidio pluriaggravato e maltrattamenti in famiglia in concorso con il marito, quest’oggi è stata sottoposta all’interrogatorio di garanzia. Assistita dall’avvocato Vincenzo Calabrese, la donna ha spiegato al gip del Tribunale di Nocera Inferiore,  la sua versione su quanto accaduto nella notte tra il 21 e 22 giugno nella loro abitazione di Sant’Egidio del Monte Albino.

La versione della madre

In particolare, la donna avrebbe raccontato che quando si è svegliata la bimba era già priva di vita e che si è precipitata a chiedere l’intervento dei soccorsi. La Procura di Nocera Inferiore, però, ritiene che la donna sia una complice del marito. Nei prossimi giorni verranno esaminati gli atti per valutare la possibilità di presentare il ricorso al Riesame.

Questa la difesa di Immacolata Monti: “Non ho ucciso Jolanda. Né l’ha fatto mio marito. Di lui avevo paura, mi picchiava, e mi diceva di non far vedere la piccola a nessuno. Mio marito pensava fosse in coma, io mi ero accorta che non respirava, invece”.

Completamente negate queste frasi: “L’omicidio lo abbiamo fatto… ma il cuscino? Dovevo buttarlo? Tutto in faccia”. “Non ho mai detto queste cose”, ha detto la 31enne. Per quanto concerne la frase incriminata “La verità… non deve mai venire fuori… ci facciamo cinquant’anni di carcere”. “Mi riferivo ad una frase di mia madre – ha spiegato Immacolata Monti – mi aveva detto di dire la verità, altrimenti ci saremmo fatti molti anni di carcere”.

 

 

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