Cronaca

Muore e lascia 41mila euro. Eredi ignari e lo Stato prende il denaro

Muore e lascia 41mila euro. Eredi ignari e lo Stato prende il denaro


Un’eredità ignota finisce nelle casse dello Stato. Si tratta di circa 41mila euro. Una cifra che era su un conto bancario a Sala Consilina e che apparteneva ad un uomo, Antonio, originario di Caselle in Pittari, morto oltre 14 anni fa.

Il denaro avrebbe dovuto essere trasferito agli eredi, ma questi non sapevano dell’esistenza di tale conto bancario. Nessuno li aveva avvisati, fino a quando non hanno saputo del trasferimento della somma allo Stato.

Il signor Antonio, malato di Alzheimer, è morto in una casa di riposo in un piccolo comune vicino a Novara nel gennaio del 2003.

Il denaro trasferito allo Stato

Dopo oltre 14 anni, lo Stato ha prelevato quel denaro, trasferito al capitolo 3382 del bilancio statale. Si tratta di un capitolo dove ogni anno istituti di credito e assicurazioni versano i proventi dei cosiddetti “rapporti dormienti”. Polizze, assegni, libretti di risparmio e conti non movimentati per dieci anni che finiscono nelle casse pubbliche, come previsto dalla norma approvata nel 2005 e caldeggiata dall’allora ministro Giulio Tremonti.

La legge non obbliga banche ed istituti di credito ad individuare i familiari per avvertirli dell’esistenza di conti o somme intestate a persone decedute. Quindi gli eredi non avrebbero potuto mai sapere di tale denaro.

I “conti dormienti”

È uno dei diversi casi in Italia di “conti dormienti”, ossia conti dimenticati dagli italiani che dopo una decina d’anni vengono “svuotati” nelle casse statali.

Il caso del signor Antonio di Caselle in Pittari è solo uno di questi casi. Da una recente inchiesta de La Repubblica emerge che, secondo i dati del Rendiconto generale dello Stato, dal 2007 ad oggi i risparmi “dimenticati” e finiti nelle casse dello Stato ammontano a oltre 2 miliardi di euro.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio