Nella vendita del giornale La Città di Salerno c’è Vincenzo De Luca

Un voucher per il centro benessere dell’albergo di Alfredo Romeo porta il nome del Presidente della Campania, Vincenzo De Luca. Un cadeau annotato dall’impreditore arrestato per corruzione nell’affare Consip e agli atti dell’inchiesta n. 6585/13 della Procura di Napoli e di quella di Roma che sta procedendo sullo stesso versante.

Quello di De Luca è uno dei tanti nomi eccellenti che emergono dall’indagine che sta scuotendo i vertici del Pd, ma anche quelli della società del Ministero dell’Economia e delle Finanze che si occupa di appalti per le pubbliche amministrazioni. I legami con il mondo politico che ‘conta’ e in particolare con politici del Pd, da parte dell’imprenditore napoletano emergono chiari dall’inchiesta e sono acclarati da quello che gli inquirenti chiamano ‘risultanze’ investigative.

Tra i documenti raccolti in discarica – quella visitata due volte a settimana dai carabinieri del Noe di Roma per raccogliere i ‘pizzini’ che Romeo utilizzava e poi strappava per aggirare l’ostacolo di intercettazioni – e le agende dell’imprenditore sequestrate dagli inquirenti, vi sono fatture di pagamento e omaggi a personaggi eccellenti. Nomi noti della politica e dell’imprenditoria.

Tra questi anche quello di Vincenzo De Luca, il Presidente delle ‘fritture di pesce’ che promuoveva la politica di Renzi e il ‘Si’ al referendum promettendo una pioggia di soldi pubblici ai sindaci campani.

Romeo, emerge anche dalle intercettazioni, è un punto di riferimento per la dinasty De Luca, padre e figli. Innanzitutto c’è quel regalo ‘benessere’ per il Presidente della Regione Campania nell’albergo dell’imprenditore titolare della Romeo Gestioni, la società proiettata ad ottenere appalti per 609 milioni di euro per la pulizia e la manutenzione di uffici pubblici in Campania, Basilicata, Emilia Romagna e Roma.

E poi vi sono le conversazioni registrate dalle cimici nell’ufficio romano della Romeo Gestioni tra uno dei due figli di Vincenzo De Luca – non identificato dagli inquirenti – e l’imprenditore napoletano. Conversazioni che – si intuisce dal tono – rimandano a colloqui antecedenti a quelli registrati tra l’agosto e il novembre del 2016 negli uffici di via Palacorda, numero 7.

“Negli uffici romani – ha scritto il gip Gaspare Sturzo nell’ordinanza di arresto di Romeo – avvengono incontri con altri pubblici ufficiali, faccendieri e persone che si propongono in attività di intermediazione con la pubblica amministrazione”.

Ed è in quegli uffici che Romeo incontra più volte anche uno dei figli del Presidente della Regione Campania che – va detto – non è tra gli indagati dell’inchiesta napoletana e romana che coinvolge Romeo. I due interlocutori parlano di diversi argomenti e anche dell’acquisto di un giornale salernitano La Città di Salerno che tra settembre e ottobre scorso è stato venduto dal gruppo L’Espresso. Romeo era in corsa per quell’acquisto poi sfumato.


La vendita del giornale La Città di Salerno

http://salerno.occhionotizie.it/barra/la-citta-salerno-cessione-contratti-vertenze-tutto-quello-che-ce-da-sapere/


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