Nocera, mentì ai magistrati: parroco nei guai

NOCERA INFERIORE. False informazioni al pubblico ministero: l’ex parroco della chiesa di San Giuseppe, Alfonso Santoriello, è tra gli indagati della Procura Distrettuale Antimafia. Per la stessa accusa, ma sentito su fatti e in tempi differenti, è stato iscritto nel registro degli indagati anche l’ex candidato sindaco, Mario Stanzione. Ma andiamo con ordine.

Sullo sfondo c’è l’indagine coordinata dal pool dei sostituti procuratori Vincenzo Senatore, Antonio Cantarella e Guglielmo Valenti, che dal 2016 indagano sulla genesi di diverse attività criminali ed interessi riconducibili ai sodali del «clan» dell’ex cutoliano Antonio Pignataro. Tra questi, ci sarebbe stato quello di costruire una Casa Famiglia su di un terreno adiacente la parrocchia di San Giuseppe in via Montalbino.

Come racconta il quotidiano Il Mattino, il progetto era finito in una delibera d’indirizzo sottoscritta lo scorso maggio dalla giunta del sindaco Manlio Torquato. E ritenuta – secondo l’ipotesi investigativa – alla base di uno scambio elettorale politico-mafioso tra Antonio Pignataro, l’allora consigliere comunale Carlo Bianco, l’ex vicesindaco ai tempi del sindaco Antonio Romano, Antonio Cesarano, e Ciro Eboli. Ad eccezione di Cesarano, gli altri tre sono finiti in carcere, con il Riesame che ha confermato al momento la solidità di quell’accusa.

Il parroco di quella chiesa, sospeso meno di un mese fa dalla Curia, era Alfonso Santoriello. Il sacerdote di 52 anni, in rapporti di parentela con lo stesso Eboli, era stato il firmatario della richiesta di variante al Puc, dunque di un cambio di destinazione urbanistica necessario all’edificabilità sul terreno. Il religioso era stato sentito dagli inquirenti tempo fa, come persona informata sui fatti, per spiegare meglio ragioni e dinamiche dietro quel progetto edilizio. Per l’ex consigliere Bianco, che dopo un incontro con Pignataro, Cesarano ed Eboli si era reso disponibile a sollecitare la giunta in cambio di un supporto elettorale, quel progetto serviva a Pignataro per lasciare «un’opera di bene» alla città di Nocera Inferiore.

Inoltre – da intercettazioni tra Eboli e Bianco – il piano finanziario legato all’opera prevedeva fondi provenienti dalla parrocchia, dalla Curia e dall’8xmille alla Chiesa Cattolica. Il terreno, che doveva essere precedentemente acquistato, era invece di un privato. Ma quando la Procura ha ascoltato il parroco, gli ha mosso una contestazione che gli è valsa l’iscrizione nel registro degli indagati.

Nello specifico, il parroco avrebbe riferito di non conoscere Antonio Pignataro. Lo stesso è stato fatto anche con l’ex candidato sindaco Mario Stanzione, che dopo un lungo colloquio con i sostituti procuratori della Dda lo scorso 7 luglio, è stato sottoposto ad indagine con l’accusa di false dichiarazioni. Il suo nome finì nell’indagine per un episodio che i carabinieri del Ros appuntarono durante le indagini.

E cioè, una tentata estorsione che sarebbe stata consumata da Luigi Sarno verso Stanzione per gestire, in cambio di soldi, manifesti di propaganda. Sarno è il giovane accusato di aver corrotto diversi elettori per procacciare voti in favore dell’ex consigliere comunale Nicola Maisto (dimessosi) e ritenuto figura chiave del filone investigativo slegato dalle accuse di camorra e concentrato sulla corruzione elettorale.

Circostanza per la quale l’Antimafia ha già sentito diversi consiglieri comunali, dopo aver preso con sé anche l’indagine della Procura di Nocera Inferiore dopo il video di «FanPage», con tessere elettorali trovate all’interno del comitato del consigliere Saverio D’Alessio e la testimonianza di un cittadino che riferì di aver preso soldi in cambio del voto ad un candidato al consiglio comunale.

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