Cronaca

Estorsione a un imprenditore: la replica della coppia accusata

La coppia accusata di estorsione ai danni di un imprenditore di Nocera Inferiore ha diramato una lettera dove replica a quanto dichiarato sul caso.

Estosione a Nocera Superiore: ecco la replica della coppia

Erano finiti nei guai con l’accusa di estorsione ai danni di un imprenditore di Nocera Superiore. Per loro, una coppia sempre del comune agrese, è stato disposto il divieto di avvicinamento dopo aver avanzato un presunto credito nei confronti della vittima.

Questa è tra l’altro una notizia diffusa tramite un comunicato dalla Questura di Salerno. Eppure, il marito 31enne e la moglie 29enne non ci stanno e hanno diramato una mail di replica sulla versione dei fatti inerenti alla vicenda che li vede coinvolti.

“Circa 8 anni fa ho venduto la mia macchina a questa persona, si tratta di una Fiat 500 nuova. L’auto era intestata a mia madre.

La persona indicata come vittima rilasciò a mia madre un assegno a scadenza a un anno che alla fine si rivelò non coperto. Cercammo, all’epoca, con l’aiuto di un noto imprenditore edile, amico di famiglia, di riavere indietro l’auto non pagata oppure i soldi.

I nostri tentativi furono vani perché la presunta vittima minacciava me e la mia famiglia. Non ci siamo mai rivolti alle forze dell’ordine perché la madre dello stesso ci prometteva che avrebbe provveduto in prima persona a risolvere questi problemi del figlio, cosa mai accaduta.

Nel frattempo l’uomo minaccia mia madre e chiede la restituzione dell’assegno. Mia madre lo restituisce dopo che la stessa banca lo aveva protestato.  La presunta vittima, nel frattempo, venne raggiunto dell’ennesima misura cautelare in carcere per suoi problemi personali e noi decidemmo di rinunciare a quei soldi.

Dopo anni di carcere l’uomo esce dal carcere ed io, accompagnata dal mio compagno, decido di chiedergli, con estrema gentilezza e cortesia, la restituzione dei soldi dell’auto.

Inizialmente lui si dimostra molto disponibile e conferma anche di non aver mai negato questi soldi alla mia famiglia. In un secondo momento comincia ad essere sfuggente e celandosi dietro menzogne decido di contattare lui è la sua compagna.

Mi recai con mia figlia neonata presso la sua attività e lì, nel bel mezzo della nostra conversazione si presentò la polizia. Fu allora che capii che l’uomo stava usando per l’ennesima volta una strategia per non ridare i soldi di cui ingiustamente si era appropriato.

Ammetto anche di averlo più di una contattato ma di non aver preteso soldi ma solo un accordo. Ci tengo a precisare che questi soldi erano di mia madre attualmente malata oncologica che si era indebitata con la banca proprio perché costretta a fare un presitio per pagare quest’auto.

Non mi sono rivolta ad un legale perché conosciamo benissimo i tempi d’attesa della burocrazia italiana”.

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