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«No ad altri impianti di rifiuti a Battipaglia»: il consiglio boccia il progetto di De Luca

BATTIPAGLIA. In un piccolissimo fazzoletto di terra tra Battipaglia ed Eboli sono presenti sette impianti di trattamento dei rifiuti, di cui sei privati ed uno pubblico, ossia lo Stir. Quanto basta per far opporre il consiglio comunale all’ottavo impianto che tratterebbe rifiuti.

E, in effetti, ieri mattina nel corso della riunione d’assise monotematica per discutere dei miasmi che da tempo preoccupano ed infastidiscono la cittadinanza battipagliese, il consiglio ha espresso il proprio dissenso alla realizzazione di altri impianti di trattamento dei rifiuti in città.

In particolare a quell’impianto di compostaggio che andrebbe realizzato all’interno dello Stir su cui la commissione straordinaria, lo scorso anno, aveva già dato il proprio assenso dopo l’indicazione della Regione Campania. Un investimento di 9,6 milioni di euro che porterà 35mila tonnellate l’anno di rifiuti allo Stir.

Un dissenso che ha unito maggioranza ed opposizione – o comunque quei pochi consiglieri presenti, visto il piccolissimo anticipo con cui è stato convocato il consiglio e l’orario inusuale – che hanno firmato un documento unanime per fermare l’ottavo impianto di trattamento dei rifiuti. Il Comune di Battipaglia, dunque, si è schierato contro la volontà del governatore regionale Vincenzo De Luca, proprio quando in consiglio mancavano coloro che, nella scorsa campagna elettorale, avevano affermato di essere consacrati proprio dall’ex sindaco di Salerno.

Nel corso del consiglio, diversi gli attacchi giunti all’impianto di compostaggio di Eboli. «Mi dicono che l’area di conferimento e stoccaggio dei rifiuti sia senza protezioni e l’area di maturazione protetta solo da pvc – ha detto Renato Vicinanza – va richiesta la chiusura di questo impianto».

L’assessore all’ambiente Stefania Vecchio ha rivelato quanto fatto finora dall’amministrazione comunale: «L’Arpac, coinvolta fin dalle prime ore, ci ha esposto che la risoluzione completa non sarebbe avvenuta immediatamente – ha detto Vecchio – l’Amministrazione con il Settore ambiente e la Polizia municipale ha pianificato le azioni da intraprendere». Un documento diviso in otto punti, tra segnalazioni all’Arpac, alla Provincia e alla Regione, tra sopralluoghi, incontri istituzioni, informative alla Procura e alla Prefettura, la mappatura del territorio.

Tuttavia, pare che alla base dei miasmi ci sia, secondo l’assessore, «un problema gestionale».

In pratica, da quando sono iniziati i controlli del Comune, le emissioni sarebbero diminuite. In pratica, in base a ciò che fa sapere l’amministrazione, alcune aziende non osserverebbero le giuste prescrizioni.

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