Cronaca

Omicidio De Santi a Capaccio Paestum, il testimone: “Ho cercato di fermare Galdoporpora. Era fatto di cocaina”

Omicidio De Santi a Capaccio Paestum: parla V.C., testimone chiave del caso, il quale ha raccontato di aver cercato di fermare Galdoporpora.

“Era fatto di cocaina”: parla il testimone chiave dell’omicidio De Santi a Capaccio Paestum

In merito all’omicidio di Francesco De Santi, avvenuto nella notte tra sabato e domenica a Capaccio Paestum, parla V.C., 27enne amico dell’assassino Vincenzo Galdoporpora e finito all’attenzione degli inquirenti come testimone.

Il 27enne non è altri che il proprietario del coltello che il killer ha rubato per sferrare 4 coltellate a pizzaiolo 33enne. Per questo motivo, il ruolo di V.C. è considerato di fondamentale importanza ai fini del processo che potrebbe portare Galdoporpora a rischiare anche l’ergastolo.

V.C. ha dichiarato di aver ospitato in passato l’assassino nella sua abitazione. Tuttavia, fu costretto a mandarlo via proprio per il suo carattere violento. A Capaccio si racconta che Galdoporpora non avesse casa e quindi andasse alla ricerca di sistemazioni provvisorie e di fortuna.

Dopo la lite con Francesco, avrebbe portato via un coltello che tra l’altro aveva anche utilizzato per tagliare della droga. “Ha offeso il mio onore”: queste sarebbe le parole che Vincenzo avrebbe rivolto all’amico, anche lui con problemi di tossicodipendenza ma impegnato a effettuare in percorso per uscire dal tunnel della droga.

V.C. avrebbe tentato più volte di fermare l’amico, contattandolo svariate volte al cellulare ma senza ottenere una risposta. Alla fine, l’aggressore è tornato al Bar Buddha e ha commesso qualcosa che non avrebbe mai dovuto fare. Questa mattina c’è stata la convalida degli arresti e un’intera città è contro di lui chiedendo giustizia per il povero De Santi.

 

 

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