Cronaca

Omicidio Vassallo, le confessioni del brasiliano: “Indagato per 12 anni, vittima di un sistema molto più grande di me”

Omicidio Vassallo, il racconto di Bruno Humberto Damiani: "Sono stato vittima di un sistema molto più grande di me"

È stato indagato per 12 anni nella vicenda di Angelo Vassallo. Oggi Bruno Humberto Damiani racconta la sua versione dei fatti, raccontando: Sono stato vittima di un sistema molto più grande di me. E su di me sono state raccontate storie non vere. Conoscevo Angelo Vassallo solo di vista, con i figli invece mi scambiavo il saluto. Con Antonio ho giocato qualche partita a calcetto ma mai, e poi mai, ho avuto una relazione con la figlia Giuseppina anche perché ero amico del suo ex fidanzato. Si è detto anche questo di me” ha dichiarato al quotidiano Il Mattino.

Omicidio Vassallo, il racconto di Bruno Humberto Damiani

Oggi ha 39 anni e Bruno Humberto Damiani sente ancora addosso il marchio di essere stato per lunghissimi dodici anni l’unico indagato per l’omicidio del sindaco-pescatore di Pollica. In dodici anni ha “avuto paura, paura di non uscirne più” ed è convinto di aver “subito una grande ingiustizia”.

Tutto iniziò nell’estate del 2010: “È vero che il sindaco litigò con una persona… La prese a calci nel sedere ma quella persona non ero io. Era un altro ragazzo. Io sono stato nell’occhio del ciclone per anni e questo mi ha causato danni enormi: sono stato accusato di reati mai fatti. Sono stato condannato per aver fatto un favore ad un amico, una persona molto conosciuta ad Acciaroli: gli ho procurato della droga, me lo aveva chiesto per festeggiare il suo compleanno. Lui ne è uscito pulito, io sono stato condannato”.

Le carte dell’inchiesta riportano l’episodio della lite tra uno spacciatore e il sindaco. Un episodio che – per anni – è stato ritenuto il possibile movente dell’omicidio. Bruno Humberto Damiani una risposta al perché è finito proprio lui nell’occhio del ciclone, se l’è data in questi anni: “Perché sono uno che non si fa passare una mosca sotto al naso. Non mi tengo nulla ma non sono un criminale. Sono abituato ad avere a che fare con professionisti e delinquenti”.

Recluso in carcere a Bogotà, Damiani ha raccontato: “Sono passato dalla spiaggia di Copacabana al carcere colombiano nel giro di poche ore. Ho dovuto essere forte per non impazzire e non ammazzarmi. Avevo un mandato di cattura internazionale e per la giustizia italiana ero un latitante ma io non sono mai scappato”.

Omicidio di Angelo Vassallo, sequestrati 38 cellulari

Nuovi sviluppi sull‘omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica ucciso in circostanze misteriose 12 anni fa. Stando a quanto riporta Il Fatto Quotidiano, sono ben 38 i cellulari sequestrati al colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, il principale indagato dell’inchiesta sull’omicidio del sindaco pescatore di Pollica, ucciso con nove colpi di pistola la sera del 5 settembre 2010.

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