Cronaca

Operazione “Croci del Silaro”, parla il sindaco Alfieri “Fatti estranei all’attività del Comune”

Il primo cittadino parla a poche ore dall'arresto di Roberto Squecco e della moglie

A poche ore dall’arresto dell’imprenditore Roberto Squecco e della moglie, Stefania Nobile, coinvolti nell’operazione “Croci del Silaro”, interviene Franco Alfieri, sindaco di Capaccio-Paestum. “Si tratta di fatti del tutto estranei all’attività amministrativa portata avanti dal nostro Ente”, ha dichiarato il primo cittadino in una nota.

Operazione “Croci del Silaro”, arrestato Roberto Squecco: parla il sindaco Franco Alfieri

Il sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri, ha commentato in modo netto e lapidario l’arresto dell’imprenditore Roberto Squecco, e della moglie, coinvolti in un’operazione di contrasto alle infiltrazioni criminali nel settore del trasporto infermi e delle onoranze funebri.

Le parole del sindaco di Capaccio-Paestum

“Riguardo all’operazione di contrasto alle infiltrazioni criminali nel settore del trasporto infermi e delle onoranze funebri, sono già iniziati attacchi pretestuosi verso di me, il Comune di Capaccio Paestum e la mia amministrazione – dichiara il sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri – Voglio sottolineare che si tratta di fatti del tutto estranei all’attività amministrativa portata avanti dal nostro Ente, di vicende che nulla hanno a che fare con il lavoro quotidianamente svolto dall’amministrazione che guido. Alla consigliera Stefania Nobili auguro di chiarire presto la sua posizione nell’interesse suo e della Comunità”.

Chi è Roberto Squecco

Roberto Squecco è un noto imprenditore di Capaccio Paestum attivo nel settore delle pompe funebri. Squecco e la moglie Stefania Nobile sono stati arrestati nell’ambito dell’operazione “Croci del Silaro” condotta dalla Squadra Mobile di Salerno e la Divisione Anticrimine della Questura di Salerno, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo e del  Servizio Centrale Anticrimine, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Salerno.

I precedenti

Roberto Squecco fu condannato per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Fu infatti accusato di aver provato a riscuotere un prestito usuraio tramite la manovalanza e la protezione del clan Marandino. Fu inoltre co-indagato nel decreto di perquisizione scattato nel maggio 2019 del sindaco Franco Alfieri quando esplose il caso delle “fritture di pesce” quando il primo cittadino fu indagato per voto di scambio politico-mafioso e concussione.

 


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