Cronaca

Operazione "Scudo": i dettagli sulle indagini

Le indagini scaturiscono, nel 2010, da un approfondimento investigativo condotto dalla Sezione Operativa della DIA di Salerno su un’operazione finanziaria sospetta segnalata dalla banca “Credito Salernitano” di questo capoluogo, relativa all’apertura di un conto corrente da parte di una società per il successivo versamento di titoli di credito, dell’importo complessivo di 15 milioni di euro.

I valori rappresentati dai titoli di credito risultavano nella disponibilità dell’amministratore unico di una società inattiva, soggetto giuridico verosimilmente utilizzato per far rientrare in Italia cospicue somme di danaro – provento di evasione fiscale ai sensi del c.d. “scudo fiscale” di cui al d.l. 78/2009 convertito nella l. 102/2009 – accumulate nel corso degli anni da più persone fisiche e giuridiche.

Pur non essendosi concretizzata, l’operazione di rientro di capitali dall’estero proposta al “Credito Salernitano” ha consentito di ipotizzare che l’individuazione dell’istituto di credito sia avvenuta attraverso un componente del vertice aziendale della stessa banca, capace di garantire la buona riuscita delle operazioni finanziarie proposte.

I primi riscontri all’ipotesi investigativa iniziale è stata riscontrata nelle indagini condotte nello stesso periodo dalla Sezione Operativa della DIA di Salerno nell’ambito dell’operazione “CRINIERA”, nel corso delle quali è emersa l’effettiva disponibilità, da parte di uno dei componenti del vertice aziendale del “Credito Salernitano”, ad assecondare operazioni di comodo, non legittime secondo la normativa bancaria di riferimento.

L’operazione “CRINIERA” si è conclusa il 19 dicembre 2014, quando la Sezione Operativa della DIA di Salerno, unitamente al Reparto Operativo dei Carabinieri di Salerno, ha eseguito un provvedimento cautelare emesso dal GIP presso il Tribunale di Salerno nei confronti di 8 indagati (D’AURIA PETROSINO Antonio, cl. 80, di Pagani (SA), destinatario di custodia cautelare in carcere; D’AURIA PETROSINO Michele, cl. 78, di Pagani (SA), destinatario di custodia cautelare in carcere; CALIFANO Michele, cl. 71, di Pagani (SA), destinatario della misura cautelare della detenzione domiciliare; CALDIERI Gennaro, inteso Rino ‘o chiattone, cl. 74, di San Valentino Torio (SA), destinatario della misura cautelare della detenzione domiciliare; NAPOLANO Gennaro, inteso ‘o barbiere e/o ‘o cavallo, cl. 68, di Pagani (SA), destinatario della misura cautelare della detenzione domiciliare; CALIFANO Alfonso, detto Fonz ‘o Garibaldi, cl. 66, di San Marzano sul Sarno (SA), destinatario della misura cautelare di obbligo di presentazione quotidiana alla p.g.; D’ONOFRIO Massimo, inteso o’ Nano, cl. 72, di Pagani (SA), destinatario della misura cautelare di obbligo di presentazione quotidiana alla p.g.; PAGANO Gerardo, cl. 79, di Pagani (SA), destinatario della misura cautelare di obbligo di presentazione quotidiana alla p.g.), tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso e altro. Nel contesto è stato altresì notificato l’avviso della conclusione delle indagini a ulteriori 22 indagati (tra i quali MARRAZZO Salvatore), per i medesimi titoli di reato.

Gli esiti dell’attività investigativa hanno consentito di delineare gli assetti del clan camorristico D’Auria Petrosino/Fezza, egemone a Pagani (SA) e Comuni limitrofi, nonché le relative connivenze con amministratori pubblici e imprenditori locali, che ne hanno favorito l’infiltrazione in quel tessuto sociale ed economico.

È stato infatti accertato che il vertice indiscusso della menzionata organizzazione camorristica (i fratelli D’AURIA PETROSINO Antonio e Michele), grazie alla compiacenza di operatori economici attivi nel trasporto e trasformazione di prodotti ortofrutticoli (anch’essi destinatari del provvedimento cautelare) aveva imposto la propria egemonia sullo specifico settore commerciale, eliminando la concorrenza anche ricorrendo ad intimidazioni connotate dal metodo camorristico. I

n tale contesto venivano altresì rilevati rapporti tra i sodali ed alcune società di trasporto, ritenute espressione imprenditoriale del clan dei Casalesi, che operavano presso il mercato ortofrutticolo di Fondi (LT), così come riscontrato dalle indagini Sud Pontino e Sud Pontino2 condotte dal Centro Operativo D.I.A. di Roma e coordinate da quella D.D.A.

Tra i destinatari della misura cautelare in esame vi è D’ONOFRIO Massimo, all’epoca Consigliere di minoranza del Comune di Pagani (SA) e già membro del Consiglio Provinciale di Salerno, ritenuto fiancheggiatore del citato clan, avendolo favorito per l’aggiudicazione di pubbliche commesse e avendo ottenuto, quale contropartita, il sostegno politico elettorale in occasione delle locali consultazioni amministrative.

Analoghe contestazioni vengono mosse a GAMBINO Alberico, attuale Consigliere regionale per la Campania e già Sindaco del Comune di Paga

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