Eventi e cultura

Padula, “A tavola con gli antichi romani”

PADULA. Come mangiavano gli antichi Romani? Quanto spendevano per fare la spesa? A che ora pranzavano? È vero che mangiavano sdraiati? A queste e a tantissime altre domande e curiosità cerca di dare una risposta Giorgio Franchetti nel suo saggio “A tavola con gli antichi Romani”, pubblicato da Edizioni Efesto.

Il libro

Un viaggio nel gusto dei nostri antenati culturali con 124 ricette, prese dagli scritti di Catone, Apicio e Columella, ricostruite in cucina dall’archeocuoca Cristina Conte, che ha collaborato al volume. Un saggio sull’evoluzione del modo di mangiare dei Romani, partendo dai primi abitatori di quella vallata tra l’Aventino, il Palatino e il Celio per arrivare agli eccessi del periodo imperiale e alla sterzata, più che altro simbolica, del tardo impero.

Molti gli argomenti trattati: dal pane, al vino, all’olio, ai locali pubblici legati al cibo e non ultimo un capitolo dedicato all’annoso problema della conservazione del cibo.

Al volume, di quasi 400 pagine, hanno anche contribuito con 2 schede di approfondimento le archeologhe Ilenia Tamburro, relatrice sulla sua scheda sul Regimen Sanitatis, e Sara Chierici del Polo della Liguria.

La presentazione

Due le tappe previste a dicembre nel Salernitano: la prima è nel Vallo di Diano, dove l’autore è già stato altre volte, la seconda a Buccino.

 

Venerdì 15 dicembre, ore 19:45 – Padula, Agriturismo Aia Antica

L’autore condurrà i presenti attraverso un interessante viaggio indietro nel tempo e alla scoperta di sapori sconosciuti ai più, arricchendo il tutto con curiosità sulle ricette e tante belle novità emerse dai suoi più recenti studi condotti sull’argomento. Ma di cibo non si sentirà soltanto parlare in questo incontro: Franchetti sarà infatti coadiuvato nel suo compito divulgativo dall’archeo-cuoca Cristina Conte che, assieme agli chef di Aia Antica, darà vita ad alcuni degli antichi piatti descritti nel volume, offerti alla degustazione dei presenti. La partecipazione all’incontro con l’autore e alla degustazione è gratuita.

Per chi, invece, deciderà di proseguire la serata nel mondo dei sapori antichi, seguirà, dalle ore 20:45, una vera e propria cena a tema, con la riproposizione integrale di alcune ricette rielaborate dal volume “A tavola con gli antichi romani”, accompagnate dal vino e dal vino mulsum.

 

Sabato 16 dicembre, ore 20:30 – Buccino, Museo Archeologico Nazionale Volcei Marcello Gigante

Interverranno oltre all’autore, Giorgio Franchetti, il Sindaco di Buccino, Nicola Parisi, il presidente della Pro Loco Buccino, Marcello Nardiello, l’assessore ai Beni Culturali del Comune di Buccino, Maria Trimarco, il funzionario Mibact, Anna Di Santo, l’archeologa Ilenia Tamburro.

 

L’autore

Giorgio Franchetti è un divulgatore storico con alle spalle importanti e continue collaborazioni con i maggiori network internazionali legati alla documentaristica del settore, come History Channel e National Geographic Channel. Ha partecipato ai documentari su Roma di Ulisse di Alberto Angela e collabora con il FAI e il Ministero per i Beni Culturali.

Oggi se chiedessimo a una persona che vive in Campania quali sono i piatti tipici della sua regione, comincerebbe ad elencare una serie di buonissime pietanze, molte delle quali magari già conosciamo. La stessa cosa non potrebbe accadere se parlassimo degli antichi Romani. Infatti – spiega Franchetti – bisognerebbe prima di tutto fare una distinzione temporale, indicando in quale momento della storia di Roma, perché certamente i primi Romani non mangiavano quello che mangiavano i loro discendenti nel periodo imperiale. Poi dovremmo fare una distinzione “verticale”, cioè tenendo conto della posizione sociale, perché i plebei non avevano sulle loro tavole le pietanze ricche ed elaboratissime che invece riempivano le mense dei ricchi. Infine dovremmo fare una distinzione geografica, specificando dove nella vastità dei territori di Roma. Insomma – conclude – per poter rispondere a questa domanda, bisogna fare un viaggio vero e proprio tra i secoli, come quello che ho fatto io che mi ero posto questo stesso interrogativo”.

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