Cronaca

Pagani, dopo la sparatoria il silenzio in aula: a processo Aniello Pisciotta

PAGANI. Il silenzio è l’arma che ha deciso di usare il paganese Aniello Pisciotta, che a febbraio scorso dopo una lite finita a colpi di pistola contro il fratello, fu arrestato dopo 17 giorni di latitianza.

L’uomo, difeso dall’avvocato Vincenzo Calabrese, ha ottenuto la derubricazione del reato più grave di tentato omicidio in lesioni gravi. La motivazione della decisione è per il fatto che l’uomo sparò al fratello puntando alle gambe, dunque non mosso dalla volontà di ucciderlo, ma solo di lesionarlo.

Le accuse

Come riporta Il Mattino, nell’inchiesta a suo carico risponde, tuttavia, anche di porto e ricettazione di arma clandestina. Dietro il litigio vi erano motivi economici. Pisciotta, già noto alle Forze dell’Ordine, era stato rintracciato dai Carabinieri di Pagani agli ordini del tenente Angelo Chiantese in un luogo che frequentava abitualmente. Aveva provato a fuggire, ma senza successo. Su di lui pendeva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip.

Le ferite della vittima

Durante il litigio in cui l’uomo avrebbe preteso soldi dalla famiglia, preso dalla rabbia, afferrò l’arma da fuoco custodita in un luogo di campagna, per poi minacciare suo fratello e poi inseguirlo lungo via Trento, giungendo alla fine tragica, ma non drammatica, ossia gli spari. La vittima era stata ricoverata in ospedale con delle ferite alle gambe, ma non è mai stata in pericolo di vita. Subito dopo aver sparato al fratello, Pisciotta si era poi reso irreperibile.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio