CronacaEconomia

Paif, si cercano investitori per rinascere

BATTIPAGLIA. Costituita la cooperativa, ora gli ex lavoratori del gruppo Paif cercano imprenditori per far rivivere la storica azienda battipagliese. Secondo un calcolo sommario, per acquisire la Termopaif, con tutti i suoi impianti produttivi, servirebbe un investimento pari a circa 4 milioni di euro. Una stima molto più precisa si conoscerà la prossima settimana. Il 15 settembre, infatti, presso il Tribunale di Salerno si stabilirà il passivo che riguarda Paif e Termopaif. All’udienza dovrebbero essere presenti anche alcuni delegati della cooperativa degli ex dipendenti del gruppo aziendale.

La cooperativa è stata denominata “10 febbraio”, in memoria del giorno in cui, lo scorso anno, i lavoratori iniziarono a picchettare lo stabilimento di via Spineta. Una protesta durata mesi e che, in sostanza, non riuscì ad evitare la chiusura della fabbrica e la liquidazione di Paif e Termopaif. A presiedere la coop c’è Carmine Palma, membro della Rsu del gruppo Paif.

«Stiamo facendo di tutto per recuperare il nostro posto di lavoro – afferma Palma – vogliamo che la bandiera del gruppo Paif torni a sventolare alta come simbolo di Battipaglia. Non occorre ricordare che si tratta di un’azienda storica della città, con oltre 40 anni di storia. Facciamo un appello a tutti gli imprenditori che possono essere interessati ad acquisire l’azienda, ma senza alcun tipo di speculazione politica oppure economica. Stiamo provando anche ad accedere a specifici finanziamenti, tramite la cooperativa che noi ex lavoratori abbiamo costituito. È chiaro che non ci fermeremo, nonostante le tante difficoltà, perché sappiamo bene che l’azienda può produrre lavoro e profitto a chiunque decidesse di investire».

La speranza della cooperativa “10 febbraio” è che qualche imprenditore rilevi lo stabilimento. «Da semplici operai, noi ci siamo affidati a qualche consulente che, in maniera disinteressata, ci ha offerto consigli e suggerimenti – continua Palma – abbiamo un nostro piano industriale, ma è chiaro che servono fondi per attuarlo. Da soli non possiamo riuscirci. Ovviamente va evidenziato che a me e agli altri membri della cooperativa non interessano cariche o ruoli. Noi vogliamo solo tornare a lavorare».

Negli ultimi mesi, la coop non è rimasta a guardare o in attesa di aiuti dall’esterno. «Abbiamo effettuato dei sopralluoghi all’interno dello stabilimento, provando innanzitutto la strada del fitto di ramo d’azienda, ma non è stato possibile. In seguito, abbiamo costituito la coop ed imboccato numerose volte l’autostrada in cerca di finanziamenti o sbocchi imprenditoriali».

Nel piano industriale è stata chiarita anche la forza lavoro che servirebbe per riavviare la fase produttiva. «Per iniziare basterebbero dalle 30 alle 40 persone – conclude Palma – poi è chiaro che il numero potrebbe aumentare con i primi profitti».

Fino a due anni fa, il gruppo aziendale dava lavoro a 84 dipendenti, tra operai ed impiegati: 31 alla Paif, 53 alla Termopaif.

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