Panorama punta su Paestum: la valle dei templi addormentati si è risvegliata

CAPACCIO PAESTUM.Paestum: la valle dei templi addormentati si è risvegliata“: questo il titolo di uno speciale del giornale Panorama, che ha dedicato un ampio servizio alla zona archeologica di Capaccio Paestum.

Si legge che “un giovane direttore tedesco è riuscito a dare la scossa a una delle grandi meraviglie archeologiche del nostro Paese. E i visitatori sono tornati”.

Hanno ricominciato a scavare anziché transennare. Paestum non crolla come Pompei, non è in pericolo come Venezia. Sepolta dal sottosuolo, che ancora non l’ha interamente restituita, ma che forse l’ha protetta, l’area archeologica si è lasciata invecchiare per prepararsi alla giovinezza. Guidata dal suo young direttore, Gabriel Zuchtriegel, la città oggi si assopisce di giorno e si sveglia di notte, si lascia osservare di mattina ma si fa comprendere al tramonto.

Zuchtriegel ha infatti permesso ai visitatori di corteggiare Paestum dopo le 19, di vederla nella sua intimità e di calpestare i banchi di calcare come faceva Goethe che qui era convinto di ritrovare una Grecia più autentica della Grecia. Per la prima volta in Italia, dopo molto tempo, è possibile guardare le gambe di un tempio, che sono le colonne, non più a distanza ma dal suo interno. A Paestum non si prova più la vergogna del peccato ma si gode il piacere della vista. Insediatosi ad agosto del 2015, Zuchtriegel ha sciolto i divieti che impedivano l’accesso al tempio di Nettuno, un edificio dorico che sconvolge per l’architettura imperturbabile e per la consistenza della materia: «Se non si penetra fra i templi si ha solo un effetto cartolina. Paestum è come tutte le rovine. Una volta emerse è necessario immergersi».

Tuffarsi a Paestum? «L’opera più famosa è del resto la tomba del tuffatore che nel 1968 ha scoperto il sopraintendente Mario Napoli…» concorda il direttore. La tomba, che di Paestum rimane l’icona più nota, fino a pochi mesi fa, era conservata nel museo senza luci e dicono pure con il pavimento sconciato. «La guardi adesso. Abbiamo ripristinato gli arredi e presto anche il museo subirà interventi».

Per Paestum sono stati appena stanziati 20 milioni di euro, fondi Cipe, che serviranno ad ammodernare le sale, a sostituire le teche, più antiche dei vasi e dei cocci che pure di storia già ne annoverano. Sono stati invece sufficienti 25 mila euro per riadattare appunto il salone dove il tuffatore s’immerge e meraviglia. «Denaro donato dalla tenuta Vannulo» conferma Zuchtriegel che ne loda il soccorso ma ne ricorda anche il vantaggio: sgravi fiscali e pubblicità notevole.

Continua a leggere su Panorama

Exit mobile version