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Parcheggio abusivo a Castellabate, Codacons: «responsabili in carcere»

CASTELLABATE. «A San Marco di Castellabate, nella splendida spiaggia di Pozzillo, si sta verificando in questi giorni un gravissimo danno ambientale con la realizzazione di un parcheggio auto abusivo direttamente a ridosso della spiaggia, area protetta dalla legge e sottoposta a tutela idrogeologica». Lo afferma Matteo Marchetti , vice segretario nazionale del Codacons.

Che prosegue: «L’ennesima follia italiana che deturpa il paesaggio e le aree verdi protette, e su cui dovrà ora indagare la Procura della Repubblica di Vallo della Lucania, cui il Codacons ha presentato oggi un esposto».

“Il terreno in questione era interamente ricoperto di vegetazione autoctona di piccolo e medio fusto tra folti gruppi di alberi di pino, protetto in direzione del mare da un antistante canneto avente la naturale funzione di frangivento. I lavori eseguiti sull’area di Pozzillo hanno determinato un’ampia ed irreversibile trasformazione dei luoghi con sconvolgimento del suo ecosistema, compromettendo l’originaria stabilità dei versanti in declivio, e delle piante di alto fusto ivi insistenti, e determinando una situazione di particolare pericolo per gli utenti – scrive l’associazione nell’esposto – Nonostante la predetta area sia sottoposta a sequestro, si ravvisa la presenza frequente, a tutt’oggi, di operai intenti a completare le lavorazioni per la realizzazione del parcheggio in questione che, inevitabilmente, da un giorno all’altro potrebbero causare il crollo del terreno immediatamente adiacente alla spiaggia popolata di bagnanti”.

“Addirittura in data odierna – racconta poi il Codacons – è stata installata una scaletta per collegare il parcheggio al mare; dopo l’intervento dei vigili e della Capitaneria di Porto la scala è stata rimossa, ma non risulta vi sia stata alcuna denuncia o provvedimento contro gli autori dell’abuso.

Le istituzioni locali sono immobili di fronte all’evidente distruzione del paesaggio, e per tale motivo abbiamo diffidato Comune, Carabinieri, Capitaneria di Porto, Protezione civile e Soprintendenza archeologica affinché si attivino, ognuno in base alle proprie competenza, per verificare la situazione e adottare i necessari provvedimenti a tutela dell’ambiente e degli utenti.

Alla Procura di Vallo della Lucania il Codacons ha chiesto di procedere per i reati di inquinamento ambientale, disastro colposo, omissione di atti d’ufficio, abuso d’ufficio, violazione dei sigilli di un’area sottoposta a sequestro penale per ordine dell’Autorità, disponendo l’arresto dei soggetti che saranno ritenuti responsabili di illeciti”.

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