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Pil in crescita ma è allarme povertà in Campania: i dati

In Campania cresce ancora il pil e sale l’occupazione, pur se in un quadro generale di ripresa debole e precaria. Restano alti, tuttavia, gli allarmi povertà, migrazioni, sanità e scuola.

È venato di dubbi e cautele il Rapporto Svimez 2018, basato sui dati del 2017. Sullo sfondo, le previsioni per quest’anno evidenziano un timore: che nel «rallentamento dell’economia italiana, si riapra la forbice tra Centro-Nord e Mezzogiorno ». E se prosegue la lenta ripresa, tutto però avviene in «col rischio di una frenata dell’economia meridionale».

I dati per la provincia di Salerno

Per la provincia di Salerno, tuttavia, si attesta la buona performance nel campo della raccolta differenziata, contribuendo ai progressi dell’intera regione. Economia. Al Sud il pil aumenta dell’1,4%, rispetto allo 0,8% dell’anno prima. Nel meridione, la Campania (1,8%) è una delle tre regioni dal più alto tasso di sviluppo, assieme a Calabria (2%) e Sardegna (1,9%). Si tratta, però, di variazioni del pil più contenute rispetto alle regioni del Centro- Nord, dove troviamo il +2,6% della Valle d’Aosta, il +2,5% del Trentino Alto Adige e il +2,2% della Lombardia.



«In Campania, dopo la revisione dell’andamento del pil del 2016 (che scende da +2,4% a +1,5%) – spiega la ricerca – il 2017 è stato un anno in cui il prodotto lordo ha continuato a crescere dell’1 ,8%, confermando nel triennio di ripresa un importante dinamismo. Nella regione sono andate molto bene le costruzioni (+16,5% nell’arco temporale 2015-2017), spinte dalle infrastrutture finanziate con i fondi europei, ma anche l’industria in senso stretto prosegue la sua corsa (+8,9% negli ultimi tre anni), grazie soprattutto alla spinta dei contratti di sviluppo, gran parte dei quali ha riguardato proprio la Campania. I servizi fanno segnare nel triennio un più modesto +3,7%, per merito in particolare del turismo. Mentre l’agricoltura va in controtendenza e accusa una flessione tra 2015 e 2017 pari a -1,3%». Mercato del lavoro. Gli occupati meridionali aumentano di 71mila unità, +1,2%, mentre al Centro-Nord la crescita è di 194 mila.

Con questo risultato, l’area più sviluppata del Paese recupera completamente i livelli occupazionali pre-crisi. Il Sud, invece, resta di circa 310mila occupati sotto il livello del 2008. Dopo la Calabria (+2,6%), la Campania (+2,3%) si segnala per l’andamento più importante. «Il risultato della Campania – afferma il rapporto – è connesso alla forte crescita delle costruzioni che compensa la crescita più moderata dell’industria in senso stretto». E inoltre «tra il primo trimestre del 2017 e quello del 2018, il tasso di occupazione sale in tutte le Regioni del Sud, sostanzialmente in linea con il dato medio della circoscrizione, con modesti cali solo in Campania e Sicilia».

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