Pontecagnano, Anastasio doveva essere il sindaco per la camorra

PONTECAGNANO FAIANO. Anastasio doveva essere il sindaco per la camorra: questo trapela dalle intercettazioni raccolte nel corso delle indagini che hanno portato in carcere, nella giornata di ieri, 14 persone. Tra cui il consigliere comunale Antonio Anastasio.

«Siamo in trecento e siamo un esercito», disse Francesco Mogavero, uno dei reggenti del clan Pecoraro-Renna insieme ai gemelli Bisogni, Sergio ed Enrico. Come si legge dal giornale La Città, su richiesta del consigliere di minoranza Antonio Anastasio, Mogavero voleva costringere l’esponente di maggioranza Luigi Bellino, che sostiene il sindaco Ernesto Sica, a non votare il bilancio per far cadere l’amministrazione e andare ad elezioni anticipate.

«Noi portiamo un’altra persona a sindaco, Sica se ne deve andare a casa perché ha fatto troppi guai», disse Mogavero a Bellini prima davanti alla sua abitazione e poi sul cantiere della vittima qualche giorno prima dell’attesa votazione in consiglio comunale. È questo l’episodio più inquietante contenuto nell’ordinanza cautelare che ieri ha portato in carcere 14 persone, una ai domiciliari (truffa) e una misura interdittiva a carico della moglie di Mogavero (leggi l’articolo).

I carabinieri hanno arrestato esponenti di spicco del ricostituito clan Pecoraro-Renna e resti del gruppo Giffoni di Battipaglia; alla guida del cartello criminale c’erano Mogavero e i fratelli Bisogno. E con loro Anastasio, consigliere comunale, interessato, appunto, a far fuori politicamente il rivale Sica, grazie ai buoni uffici, sostiene l’accusa, dei boss locali. Che lo avrebbero poi sostenuto alla candidatura a sindaco di Pontecagnano – si legge in un’intercettazione – come leader di una lista civica.

Il condizionamento del voto sul bilancio

Era il 31 maggio dello scorso anno e il consiglio comunale di Pontecagnano è convocato per il bilancio. In caso di voto contrario il sindaco Sica, che contava su…



Exit mobile version