Cronaca

Pontecagnano, l'appello dei familiari: liberate Cataldo Esposito

PONTECAGNANO. «Mio marito è stato operato al cuore e non può rimanere in carcere, ci auguriamo che venga disposto il suo trasferimento a casa»: è questo l’appello di Anna Maria Carraturo, moglie di Cataldo Esposito detto “il ragioniere”, condannato a 25 anni di carcere per aver accumulato un numero di pene relativo a reati riguardanti spaccio e estorsioni. Nei giorni scorsi, Esposito ha subito un intervento cardiaco all’ospedale San Carlo di Potenza, dove attualmente si trova sotto il vigile controllo delle forze dell’ordine. Per questo motivo i familiari lanciano un appello: «Noi speriamo che possa essere mandato a casa, a Pontecagnano – hanno detto i familiari – perché dopo un intervento del genere non è opportuno che venga riportato in carcere». Tuttavia, la situazione non è affatto semplice, il giudice del tribunale di Sorveglianza dovrà prendere una decisione sul destino di codesto individuo.

Cataldo Esposito, detenuto presso il carcere di Melfi: «Ci siamo rivolti al magistrato affinché verifichi se ci sono o meno incompatibilità tra le condizioni di salute di Cataldo Esposito e la detenzione carceraria – ha spiegato l’avvocato Agostino Allegro, legale di fiducia del detenuto – Adesso sarà il magistrato di sorveglianza, sulla base del parere del medico del carcere di Melfi, a prendere una decisione. Siamo comunque fiduciosi in un positivo esito della vicenda».

Cataldo Esposito è ricoverato e piantonato all’ospedale San Carlo di Potenza e i familiari non possono ancora fargli visita, «fatta eccezione per la moglie, che può incontrarlo un’ora al giorno», come spiegato dall’avvocato Allegro. L’uomo è stato di recente condannato a 25 anni di carcere dai giudici della Seconda penale del tribunale di Salerno in quanto ritenuto leader di un gruppo criminale sgominato 10 anni fa nell’ambito dell’operazione El Contador, condotta dalla Dda e attivo sul territorio di Salerno, Pontecagnano e nella Piana specializzato in spaccio di droga e racket.

Fonte: La Città

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