Cronaca

Primo arresto per omicidio stradale in Italia: ecco dove

Guidava, senza patente, un’automobile non revisionata e già sottoposta a sequestro. Malgrado portasse con sé due nipotini di 10 e 12 anni ha superato di più del doppio la velocità consentita, invadendo la corsia opposta e provocando un impatto frontale con un’altra vettura il cui conducente è morto sul colpo. La procura di Nola ed i carabinieri non hanno avuto dubbi: Alessandro Pepe, 38 anni, già noto alle forze dell’ordine, è stato sottoposto agli arresti domiciliari per omicidio stradale, primo caso in Italia di cui si abbia notizia dopo l’approvazione della nuova legge.

L’uomo si trova in ospedale, ricoverato con gravi fratture dopo l’incidente. Feriti anche i due nipoti, uno dei quali con prognosi riservata. L’incidente è avvenuto sabato sera in via San Sossio, nella zona industriale di Somma Vesuviana, popoloso comune in provincia di Napoli. Pepe, residente a Somma, era alla guida della sua Opel Corsa malgrado la patente gli fosse stata revocata dalla prefettura partenopea nel 2011, in seguito a una condanna per stupefacenti.

La stessa vettura, priva della revisione, era stata già sottoposta al sequestro nel novembre scorso, quando l’uomo venne fermato una prima volta per guida senza patente. Lo scontro frontale è stato violentissimo ed ha provocato la morte di Antonio Tufano, 28 anni, che guidava una Toyota Yaris ed ha visto la propria corsia invasa all’improvviso dalla Opel, senza riuscire a evitarla.

I carabinieri hanno accertato che al momento dello scontro Pepe viaggiava a circa 100 chilometri orari, in una strada con il limite di velocità a 40 chilometri. In attesa dei risultati degli esami tossicologici, il pubblico ministero della procura di Nola ha disposto per Pepe gli arresti domiciliari in ospedale. Presto il gip si pronuncerà sulla convalida.

In base alla nuova legge, in caso di condanna Pepe rischierebbe una pena fino a 18 anni. È accusato di omicidio stradale, per la morte di Tufano, ma anche di lesioni personali stradali per le ferite riportate dai suoi nipotini. Il suo caso è il primo arresto in Italia dopo l’entrata in vigore della nuova normativa, e segue di pochi giorni quello della donna denunciata per omicidio stradale dopo aver investito un gruppo i ciclisti alle porte di Roma lungo la via Aurelia, provocando la morte di uno dei cicloamatori. La donna era poi fuggita in preda alla paura ma si era poi presentata dopo alcune ore ai carabinieri.

ARTICOLO RIPRESO E PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO ‘La Città’

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