Cronaca

A processo cinque medici di Nocera e Scafati per la morte di un uomo

Finiscono a processo cinque medici di Nocera e Scafati per la morte di un uomo: Antonio Falcone, deceduto per un problema ai polmoni.

Gli imputati risponderanno tutti di omicidio colposo in concorso, con l’attività investigativa seguita dal Pm Giuseppe Cacciapuoti arrivata al dibattimento, con il processo al via il 28 novembre 2017 davanti al giudice monocratico Raffaella Caccavale. I fatti contestati risalgono al maggio 2014, in un intervallo compreso tra il 23 e il 27 maggio, con visite e approdi agli ospedali di Nocera Inferiore e Scafati, dove l’uomo morì per la crisi respiratoria.

La vicenda

Falcone, originario di Sant’Antonio Abate, ricevette un primo controllo-visita all’ospedale di Torre Annunziata, poi andò all’l’Umberto I a Nocera Inferiore per una verifica sul proprio peacemaker, con due medici ad effettuare un elettrocardiogramma. L’esame evidenziò delle criticità, con la prescrizione di tornare il giorno successivo per un consulto specialistico.

L’uomo tornò in ospedale soltanto il ventisette novembre successivo, per un problema, con la decisione dei medici di turno di un trasferimento ulteriore all’ospedale Mauro Scarlato di Scafati, al reparto di pneumologia.

Il vuoto che poteva essere colmato

Fu qui, in quest’area specialistica, che avvenne qualcosa da verificare, con due medici che non avrebbero proceduto all’iter diagnostico previsto, con violazioni del protocollo. L’inchiesta e le consulenze svolte allegate al fascicolo della Procura riportano un vuoto che poteva essere colmato, perché l’85enne andava ricoverato in modo da poter affrontare il suo problema. Il quinto medico coinvolto risponde di un’ulteriore omissione, per non aver disposto la consulenza cardiaca.

A monte del trasferimento nel secondo ospedale del paziente c’era una diagnosi di dispnea, con esami specifici che avrebbero rilevato un addensamento polmonare, risultato fatale.

Il nuovo trasferimento ospedaliero

 

Una volta a Scafati, fu disposto un nuovo trasferimento a Nocera a seguito di un ulteriore controllo, ma in breve tempo l’uomo ebbe una nuova crisi, e morì nell’attesa dell’arrivo di un’ambulanza che lo trasferisse di nuovo all’Umberto I.

Il figlio del malcapitato anziano decise di sporgere denuncia per avere chiarezza sul decesso, deciso a vederci chiaro dopo trasferimenti, attese e inadempienze probabili.

Dalla denuncia alla prima visita

Il lavoro della procura nocerina procedette a ritroso, dalla denuncia alla prima visita a Torre, con le due visite a Nocera Inferiore e l’ultima a Scafati, disponendo una consulenza autoptica per rimettere in ordine il quadro clinico arrivato alla morte. L’esito della necroscopia e la cartella clinica furono la base documentale per circoscrivere le posizioni di cinque medici, che seguirono il paziente nell’arco di quei due giorni, con una diagnosi dubbia, il mancato ricovero e l’omessa consulenza cardiaca.

Ora si attende solo l’esito processuale.

Fonte: città

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