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Processo Scarano, caso diplomatico tra Italia e Vaticano

Il processo a carico di monsignor Scarano, il religioso salernitano accusato di truffa, riciclaggio e corruzione per una serie di possibili finte donazioni e il tentativo di far rientrare in Italia capitali versati all’estero, è divenuto un caso diplomatico tra Italia e Vaticano. Nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale di Città del Vaticano, il promotore di giustizia Gian Piero Milano ha ammesso che la Santa Sede non è soddisfatta di come siano state condotte le indagini penali.

Il pg ha inoltre fatto riferimento all’inchiesta che ha avviato la Santa Sede per le verifiche sui conti correnti dello Ior, attivando una rogatoria verso l’Italia per ottenere documenti contabili e atti d’inchiesta, come riporta il quotidiano La Città. Ma, per Milano, i materiali trasmessi «non solo sono risultati lacunosi, mancando di elementi essenziali, ma hanno anche evidenziato modalità di acquisizione di alcune prove, che si possono definire improprie e non in linea con i vigenti protocolli internazionali».

Sembra inoltre, che la Santa Sede si sia infastidita dopo alcune intercettazioni telefoniche su utenze per cui le gerarchie ecclesiastiche si sarebbero attese una richiesta di nulla osta.
La conferma che Milano si riferisse al caso di Scarano è stata data da padre Federico Lombardi, al termine della cerimonia.

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