Cronaca

Raito, i ladri razziano i capolavori di ceramica di Villa Guariglia

Da un teca è stato portato via un pezzo del ceramista Guido Gambone

Il Museo della ceramica di Villa Guariglia a Raito è finito nelle mani dei ladri che hanno portato un pezzo i in ceramica di inestimabile valore che si trovavano in una teca di vetro con una chiusura mal funzionante. Da quella teca è stato portato via un pezzo del ceramista Guido Gambone che è esposto all’interno.

Museo della ceramica di Raiato razziato dai ladri

Non ci sono controlli né telecamere, un solo custode all’ingresso verifica temperatura e Green pass, nessuno invece ai piani dove è esposta la collezione. “Ho visitato il museo sabato scorso con degli amici milanesi – racconta il giornalista Eduardo Scotti – Sono rimasto sconcertato da quello che è accaduto sotto i miei occhi. Ho pubblicato sul mio profilo Facebook una mano che apre la teca con i capolavori di Gambone, ho denunciato subito che la mano era la mia. L’ho fatto per dimostrare che i capolavori di ceramica sono a disposizione di chiunque, insomma una pacchia per i malintenzionati“.

L’assenza di telecamere

Ma telecamere e parte come è possibile che nessuno si è accorto della teca aperta? “Stiamo provvedendo alla messa in sicurezza del museo dopo la segnalazione della teca – spiega Angelo Michele Lizio, il dirigente della Provincia responsabile del settore museale a cui appartiene anche il Museo della ceramica – Con le forze che abbiamo assicurare la vigilanza è veramente difficile, comunque cercheremo di rafforzarla. Non abbiamo più fondi nostri, possiamo contare solo sui trasferimenti della Regione“.

Le difficoltà

Da sei anni, da quando è entrata in vigore la legge Delrio, la Provincia non ha più un bilancio. Deve fare i salti mortali tra fondi che non ci sono e personale che va in pensione e non viene rimpiazzato. A controllare otto siti museali e due biblioteche sono rimasti 15 dipendenti della Provincia e 15 dell’Arechi multiservice. La conseguenza è un patrimonio di musei e biblioteche che funziona male o a mezzo servizio, non viene custodito bene o è addirittura chiuso come nel caso del Museo archeologico provinciale di via San Benedetto che per lavori che non si riescono a fare è inaccessibile da un anno e mezzo. 

L’appello

Credo che oltre ad una piena messa in sicurezza si debba pensare ad una giusta valorizzazione del patrimonio custodito all’interno del museo della ceramica” spiega Pietro Amos, storico della ceramica e figlio della ceramista Marianne Amos, le cui opere sono all’interno del museo. “Occorre pensare a qualcosa di diverso – aggiunge Amos – Il museo è in uno stato di fermo, serve un riallestimento, deve diventare un museo vivo con iniziative che gli diano anche una maggiore visibilità“. È dispiaciuta di quello che è accaduto Matilde Romito, ex direttrice dei musei provinciali a cui si deve l’apertura del museo di Raito: “I musei sono come dei figli, io mi sono divisa in quattro per farlo anche con pochi soldi, per cui mi addolora sentire queste notizie“. 

Fonte: Il Mattino

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