Politica

Referendum, valanga di NO a Battipaglia. Debacle anche nell'Agro

A Battipaglia una valanga di No al referendum costituzionale. Quando mancavano cinque sezioni (scrutinate 43 su 48), il No vinceva con il 68,2 per cento, contro il 31,8 del Sì. Evidente il dato politico locale. La sindaca Cecilia Francese, con le sue forze politiche, aveva fortemente sostenuto la causa del No, pur non esprimendosi mai in maniera chiara. Per il presidente regionale Vincenzo De Luca e per il Pd è la seconda sconfitta bruciante a Battipaglia in pochi mesi, dopo la debacle alle scorse elezioni amministrative. Più alta delle previsioni l’affluenza a Battipaglia, che ha toccato il 65,34 per cento, pari a 25.779 persone su un totale 39.451 votanti. Nel dettaglio, hanno votato 12.815 donne su un totale di 20.584 (62,26 per cento) e 12.964 uomini su un totale di 18.867 (68,71 per cento). Molto più alta l’affluenza rispetto allo scorso referendum (anche se si trattava di abrogativo) del 17 aprile, quando a Battipaglia votò appena il 29,71 per cento degli aventi diritto. La curiosità: una coppia di sposi (Antonio Inverso e Rosy Giordano), dopo il Sì in chiesa, si è recata alle urne con gli abiti nuziali per votare. Uno spot per il Sì da parte dello sposo, cugino dell’ex candidato sindaco Vincenzo Inverso (promotore del Sì). A Cava de’ Tirreni, altro comune a guida del Pd, con il sindaco Vincenzo Servalli, il No ha raggiunto quota 63 e il Si è fermato al 37. Bisogna scendere nolto a Sud, nel Cilento interno, e precisamente a Cuccaro Vetere – paese di Antonio Valiante e del figlio Simone, deputato del Pd– e Valle dell’Angelo, paese di Salvatore e Tino Iannuzzi per trovare un dato favorevole al Sì.


A nulla è servita la mobilitazione del sindaco Manlio Torquato, di numerosi esponenti della società civile, come di ex del centro destra passati negli ultimi mesi sotto l’ala dei De Luca. Un chiaro esempio è Salvatore Arena, che appena mercoledì scorso ha raccolto, in una caffetteria cittadina, un centinaio di persone per il Sì. Le attese truppe cammellate non ci sono state. Nocera Inferiore ha detto No. La bocciatura della riforma costituzionale è stata sostenuta dal 67,15% (42 sezioni scrutinate su 46) dei 22700 nocerini recatisi alle urne (61.12% degli aventi diritto). Ne esce con le ossa rotte il Partito democratico cittadino, praticamente ininfluente come gli endorsement fatti a più livelli. L’eterogeneo fronte del No può dirsi soddisfatto. Soprattutto quei democratici che hanno sostenuto le ragioni opposte al segretario nazionale.

Pure la maggioranza di governo Torquato ne esce spaccata, con il sindaco e il Pd pro riforma e la restante parte a sostegno del No (Socialisti, Udeur, Udc). Questi ultimi potrebbero far pesare il loro parere in vista delle prossime amministrative. Il No a Nocera Inferiore ha vinto dal centro alla periferia, emblematico il 77,65% racimolato alla sezione 21 del Vescovado. Il No vince ovunque nell’Agro. Batosta a Sarno, città Dem del presidente della provincia Giuseppe Canfora. Affluenza molto sotto la media nazionale (59,7%) e vittoria schiacciante del No, circa il 63% di No. Lo stesso è avvenuto a Pagani, con il 70% in media di contrari alla riforma, e a Nocera Superiore con il 67,5%. Il No ha stravinto pure nei comuni più piccoli. A Sant’Egidio del Monte Albino su otto sezioni la bocciatura è stata netta in sette seggi, solo al numero 7 c’è stato un inutile vantaggio del Sì. Doccia gelata per i sostenitori delle modifiche renziane anche a San Marzano sul Sarno. La stragrande maggioranza del 56,8% di elettori ha deciso per il No. Eloquente il dato della sezione 7: 415 No e 147 Sì. Un No secco è stato espresso a Scafati dove c’è anche una delicata situazione politico-amministrativa. Alle urne si è recato il 61,8% degli aventi diritto. A 25 sezioni scrutinate su 41 il No era al 72,65%. Il Mo passa anche nella Piana del Sele.

(di Salvatore D’Angelo, La Città)

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