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Rimborso indennità a Battipaglia, Falcone condannato al risarcimento

BATTIPAGLIA. Dovrà restituire al Comune di Battipaglia circa 15mila euro l’ex consigliere comunale Francesco Falcone. La prima sezione civile del Tribunale di Salerno, a sei anni di distanza, ha respinto l’opposizione proposta dallo stesso Falcone avverso l’ingiunzione di pagamento emessa dall’ente. L’ex consigliere aveva percepito la suddetta cifra a titolo di rimborso dell’indennità di funzione dal 2003 al 2005, sotto l’amministrazione guidata dal sindaco Alfredo Liguori. Avvalendosi della facoltà concessa dall’articolo 21 bis dello statuto comunale, Falcone aveva optato per l’indennità di frequenza in luogo del gettone di presenza. Mensilmente aveva percepito 637,74 euro per il 2003 e il 2004, 632,87 euro per il 2005, dopo che il consiglio comunale aveva quantificato in 37,96 euro ed in 36,87 euro l’importo del gettone di presenza. Così come Falcone, anche gli altri consiglieri – per un totale di 32 – avevano deciso di intascare l’indennità di frequenza, piuttosto che i gettoni di presenza, con chiari ed evidenti vantaggi economici.

Un calderone scoperchiato dallo zelo dell’ex assessore al bilancio e alle finanze, il compianto Matteo Messina, qualche mese dopo l’insediamento con il sindaco Gennaro Barlotti. I 32 ex consiglieri comunali vennero accusati nel 2007 di abuso d’ufficio e truffa ai danni dello Stato, non avendo gli stessi membri dell’assise svolto un numero congruo di sedute di consiglio e commissioni tali da poter giustificare un simile esborso di denaro pubblico, prima del proscioglimento finale da parte del Tribunale di Salerno, sei anni fa. Che non annullò tuttavia l’obbligo di restituzione delle indennità percepite, per un totale di 455mila euro. Pochissimi gli ex consiglieri che avevano deciso di pagare, versando l’intera cifra o rateizzando l’importo. Per cui il dirigente del settore avvocatura comunale, Giuseppe Lullo, aveva fatto partire le ingiunzioni di pagamento, essendoci dei titoli già esecutivi.

In merito alla sentenza Falcone, il giudice del Tribunale di Salerno Giuseppe Fortunato ha sostanzialmente bocciato del tutto l’ipotesi della difesa dell’avvocato Rago, che poggiava su difetti di competenza all’interno degli uffici comunali, sulla prescrizione dei termini, sulla facoltà delle singole amministrazioni di prevedere incrementi delle indennità e sul loro carattere retributivo.
Il giudice, inoltre, ha ricordato che Falcone aveva percepito un’indennità superiore alla remunerazione che gli sarebbe spettata in base al gettone di presenza e che è del tutto irrilevante il fatto che l’ex consigliere abbia versato le imposte sull’intero ammontare delle indennità, stante la possibilità di richiedere il rimborso della tassazione indebitamente versata o portare in detrazione.
La sentenza ha messo in risalto anche l’esistenza di un contenzioso in corso tra il Comune di Battipaglia e lo stesso Falcone quando quest’ultimo ricopriva la funzione di consigliere comunale anche nel corso dell’ultima amministrazione guidata dal sindaco Giovanni Santomauro. Una fattispecie che, stando al Tuel, non avrebbe dovuto consentire a Falcone di essere presente tra i banchi del consiglio comunale e su cui gli uffici preposti sarebbero evidentemente dovuti intervenire.

Nel 2012, di fronte alle richieste del Comune, Falcone aveva detto che «non restituirò un centesimo e nessuno ha ancora sollevato una questione di incompatibilità contro di me. Aspetto che lo facciano per divertirci in consiglio comunale». Quasi una sfida da parte del consigliere, che aveva aggiunto: «la responsabilità di ciò che è successo non è certamente dei consiglieri, ma degli uffici e dei dirigenti e dell’attuale sindaco che all’epoca dei fatti era segretario e direttore generale. All’epoca votai contro quella proposta in consiglio».

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