Cronaca

Salerno: accuse per due avvocati salernitani.

SALERNO. Questa notte sono stati effettuati ben 11 arresti per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Gli agenti appartenenti alla Polizia di Stato di Salerno, Cuneo, Bergamo e Brescia hanno eseguito le ordinanze di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, due dei quali nati a Salerno.
Le 11 persone sono accusate di associazione a delinquere finalizzata a procurare illegalmente, mediante la stipulazione di contratti di lavoro ideologicamente falsi, l’ingresso e/o la permanenza di stranieri nel territorio Italiano.

IL FATTO:
I due salernitani sono: M.G. 35enne nato in provincia di Salerno ma residente a Bergamo e M.R. 67enne residente in provincia di Salerno. I due, padre e figlio, il primo avvocato, il secondo praticante, sono da considerare come i capi dell’organizzazione criminale.
I due, infatti, anche per mezzo di un’agenzia di consulenza per stranieri gestita dal figlio, coordinavano l’attività di altri indagati – appartenenti alle comunità di origine africana, indiana, kosovara e pakistana – che, a loro volta, si presentavano come “rappresentanti” di connazionali desiderosi di ottenere i permessi di soggiorno.
Gli stessi seguivano personalmente l’iter burocratico necessario per l’ottenimento dei nulla osta all’ingresso in Italia, per le istanze di emersione dal lavoro sommerso e per il rinnovo del permesso di soggiorno preoccupandosi, inoltre, di procurare i contratti di lavoro simulati.
Padre e figlio non esitavano a dare precise indicazioni agli stranieri anche fornendo consigli sull’atteggiamento da tenere di fronte alle domande dei poliziotti.
In una conversazione, uno straniero, convocato dagli investigatori, dice al padre che non riferirà alla Polizia di aver comprato il contratto da lui ma che dirà di essere stato aiutato a trovare lavoro da un italiano; l’avvocato, allarmato da questa “confessione”, cerca di prendere le distanze dall’interlocutore ma questi, a dir poco ingenuo, continua la telefonata ribadendo che non dirà che lui gli ha venduto il contratto di lavoro. L’attività d’indagine è stata condotta e coordinata dai PM Gaverini e Raimondi, i quali, attraverso l’uso delle intercettazioni telefoniche e grazie ad una squadra di investigatori di Cuneo, hanno raccolto le testimonianze per poi portare a termine l’indagine di quest’ attività criminale. Si tratta di un’organizzazione ben strutturata, composta da soggetti di varia nazionalità, estrazione sociale e in possesso di varie competenze professionali: questa organizzazione ha saputo sfruttare senza scrupoli il desiderio di molti di loro di avere una vita regolare in Italia.
L’attività investigativa è stata resa più agevole dalla collaborazione degli uffici dell’INPS grazie a cui si è capito come le società che assumevano i lavoratori stranieri non versavano, poi, i relativi contributi previdenziali e assistenziali: in alcuni casi, le assunzioni erano finalizzate esclusivamente ad ottenere vari benefici, quali sussidi di disoccupazione, maternità, accesso a fondi regionali.

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