SALERNO. Questa sera, venerdi 29 Aprile, presso il cinema teatro San Demetrio di Salerno in via Dalmazia 4, si terranno le proiezioni alle ore 19,00 ed alle ore 22,00 del film :“I Milionari”.
In sala saranno presenti il regista, Alessandro Piva ,l’autore del libro da cui e’ stato tratto il film, giudice A. Cannavale e l’attore Gianfranco Gallo. Dalle 21.00 alle 22.00 incontro con gli autori. In collaborazione con Seminal film, Outdoor campania, Associazione in giro per voi e cinema San Demetrio.
La trama
Marcello cavani è stato l’uomo più ricco di Napoli negli anni della ‘dolce vita’ e di Diego Armando Maradona. Marito, padre e criminale, gestisce il Rione Monterosa come una bisca e in nome di Don Carmine, contabile e squalo che ha fatto strada a colpi di pistola. Padrino dei fratelli Cavani, tutti ugualmente compromessi con la Camorra, Don Carmine fa il bello e il cattivo tempo fino alla pensione, ritirandosi in favore del figlio, con cui ‘famiglia’ e affari conoscono declino e carcere. Latitante in Spagna, Marcello Cavani negli anni ha perso tutto, fratelli, carisma, denaro ma soprattutto la libertà di godersi e di godersela. Rintracciato e arrestato per traffico di droga, diventerà collaboratore di giustizia dentro uno speciale programma di protezione.
Ispirato al libro omonimo di Luigi Alberto Cannavale e Giacomo Gensini e alla vita del camorrista Paolo Di Lauro, Ancora una volta invece il boss viene visto nella sua sacralità di potente e cattivo, sovrano di un mondo a parte, che per la sua specialità emana fascino. Il protagonista di Francesco Scianna, legato a una moglie che accetta i privilegi economici e sociali che il consorte gli offre ma di cui preferisce ignorare la provenienza, è certamente un primo e apprezzabile tentativo di descrivere un criminale alle prese con piccoli grandi problemi familiari. Tentativo che non riesce però a rovesciare gli stereotipi della narrazione, a mettere in scena il fuoricampo, ovvero i retroscena del potere mafioso, qui nella sua declinazione camorristica.
Dislocato a Napoli, I milionari non riconosce l’ambiente che rappresenta e ripropone un dilemma che pare insormontabile per il cinema italiano. Stabilito che il racconto per immagini dell’universo criminale è un terreno minato, è possibile rappresentare la mafia senza celebrarla e quali sono le idee percorribili in materia?