Cronaca

Salerno, divorzia dal marito: la sua vita diventa un inferno

SALERNO. «Oggi mi sento una roccia, dopo l’inferno che ho vissuto riesco ad affrontare con più coraggio tutto ciò che mi capita». Roberta sorride, lo sguardo è deciso, sicuro, di chi la vita ha imparato a prenderla a morsi senza paura.

Poi lo abbassa, sfoglia i ricordi nella sua mente alla ricerca delle parole giuste per iniziare un viaggio tra ricordi che fanno male, che bruciano. «Ho provato a cancellare tu no – dice Roberta – volevo resettare ogni particolare».

La storia di Roberta

Come racconta La Città, lunghe pause intervallano i suoi pensieri, poi il flusso di ricordi, cicatrici, orme incancellabili di un passato che inizia lentamente a prender forma. «Era il classico bravo ragazzo quando ci siamo fidanzati, mi regalava fiori a ogni ricorrenza, era gentile e premuroso – inizia così – mai avrei immaginato che sarebbe potuto arrivare a fare quello che poi è successo dopo il matrimonio».

Anni trascorsi tra discussioni continue, prevaricazioni, offese, umiliazioni, a volte volano piatti, vasi, ma Roberta tiene duro, spera che siano solo scatti d’ira, ma ben presto si accorgerà che quell’uomo che si era presentato come un fidanzato modello altro non è che un despota. Angelo (nome di fantasia) è un uomo arrogante, l’amore verso la donna che ha sposato non lo ha mai scalfito.

«Abbiamo aperto un’attività insieme, dopo pochi mesi di matrimonio però è uscito il diavolo che era in lui», sorride, ma è un sorriso amaro mentre ricorda quel periodo difficile della sua vita. «Si sentiva superiore a tutto e a tutti e si doveva sempre fare quello che diceva lui in casa, dai pagamenti delle bollette ai semplici compiti quotidiani». Passa qualche anno dal giorno del sì, l’istinto materno si fa spazio nella vita di Roberta, il ciclo salta e fa il test di gravidanza. Positivo, poco dopo scopre che è una femminuccia. Un raggio di luce illumina quella vita spenta dalla violenza, da un’aggressività spesso fuori controllo.

La gravidanza

«Nove mesi di gravidanza che furono durissimi per me, ma ero convinta che la nascita di nostra figlia avrebbe potuto cambiare qualcosa. Probabilmente – dice Roberta – davanti a una creatura piccola e indifesa ritroverà la dolcezza e la sensibilità di cui mi ero innamorata». Ma si sbagliava, perché quella nuova gioia portò alla luce in maniera ancora più accentuata l’impeto di sdegno e prepotenza di Angelo nei confronti di sua moglie.

«Credo non si sia mai sentito realmente all’altezza del ruolo di genitore – afferma con decisione Roberta ripensando a lui nelle vesti di neopapà – forse se avessi ascoltato mio padre, che in lui non è mai riuscito a vedere l’uomo adatto a me probabilmente le cose sarebbero andate diversamente». Un vero esempio per Roberta. un riferimento d’amore, ecco cosa suo padre rappresentava per lei.

«Era un uomo d’altri tempi, lui e mia mamma avevano affrontato insieme tutte le difficoltà che la vita aveva posto sul loro cammino, sempre mano nella mano». Sognava un amore così Roberta, ma oggi questo fallimento non le ha fatto perdere il sorriso, né tantomeno la voglia di vìvere. «Mamma un po’ di pace, basta».

Poche parole ma eloquenti quelle della figlia, ancora una bambina ma già stanca di sopportare ancora quelle urla e quei litigi continui dei genitori: per Roberta era giunto il momento di prendere in mano le redini della sua vita. «Ho conosciuto Spaziodonna e l’avvocato Stefania De Martino attraverso un’amica – racconta – Stefania, che per me oggi è anche un’amica, ha saputo darmi la giusta dose di coraggio per affrontare il mio percorso di rinascita lontano da lui, senza di lei non ce l’avrei mai fatta».

La forza di rialzarsi

Ma è la forza interiore di Roberta la vera spinta in alto, ciò che le permette di denunciare quella situazione malsana e chiedere la separazione. «Da qui in poi, ha iniziato a chiamarmi a ogni ora, sul mio cellulare arrivavano anche 100 telefonate al giorno, arrivando a citofonarmi nel cuore della notte, insultandomi e dandomi della poco di buono», ricorda, mentre abbassa lo sguardo.

«Immaginava amanti ovunque, mi ha fatto perdere il lavoro molte volte. Con le parole, Angelo è arrivato a ferirmi in modo estremo, io non glielo perdonerò mai». Dalla violenza psicologica a quella fisica, senza trascurare quella economica.

«Mi aveva lasciato con molti debiti dopo aver chiuso la nostra attività: avevo paura di perdere mia figlia, lui era arrivato anche a minacciarmi facendomi credere che se avessi provato a lasciarlo avrebbe fatto di tutto per togliermela».

Oggi Roberta ha trovato una sua indipendenza economica, è una donna nuova che non ha dimenticato il male subito, un male al quale non ha mai ceduto m a con cui ha convissuto e combattuto con tutte le sue forze. «Se mi chiedessero cosa cambierei del mio passato, d’istinto risponderei che non lo sposerei, ma poi sorrido, perché penso che mi ha regalato mia figlia, la cosa più bella che ho».

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