Cronaca

Salerno, fallimento Simply Market: il Tribunale fitta alcuni rami d’azienda. Dubbi e paure delle maestranze

Caso fallimento Simply Market: il Tribunale di Salerno ha proceduto a fittare alcuni rami dell’azienda, mentre restano i dubbi e le paure delle maestranze.

Il Tribunale controlla la situazione degli ex supermercati Simply

Fallimento delle società dei market Simply, il tribunale fitta alcuni rami d’azienda. Dei fitti che hanno gettato nello sconforto gli ex dipendenti che ora vedono il loro futuro occupazionale ancora più incerto.

Venerdì scorso il tribunale di Salerno, a seguito dell’apertura delle offerte pervenute ha fittato due market alla Gda Maxi Futura e quasi tutti gli altri ad una società costituita ad hoc per partecipare alla gara. Si tratta di unati formata da un socio di un noto panificio della provincia di Salerno e da un altro soggetto, un tempo molto vicino alla famiglia Di Bianco, titolare dei Simply e quindi delle società dichiarate fallite.

Dunque, ora i supermercati dovrebbero ripartire a breve, visto che il tribunale ha assegnato i rami d’azienda, fatta eccezione per quello di via Trento. In questo vi sono problemi di locazione a causa di alcuni insoluti. La società a cui sono stati affidati i market ha generato perplessità tra i dipendenti “non la riteniamo solida”.

Non ritengono l’azienda in questione un colosso capace di pagare fitti (per alcuni market si toccano anche i 20mila euro al mese), riempire gli scaffali oramai vuoti di tutto e mantenere i livelli occupazionali. Tutte queste perplessità sono state espresse ai curatori delle varie società del Simply Market che ora si sarebbero dati appuntamento a martedì prossimo.

I lavoratori dal canto loro sono ancora in attesa di essere licenziati in modo da poter accedere agli ammortizzatori sociali. Non è neppure da escludere che gli stessi possano essere reimpiegati nei supermercati che il tribunale ha concesso alle ne società. Non resta che attendere gli sviluppi dell’intera vicenda e l’incontro in programma domani tra i curatori.


Pina Ferro

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