Cronaca

Salerno, Giovedì Santo all'insegna di frastuoni e schiamazzi

SALERNO. Stando a quanto riporta il quotidiano “La Città”, presso corso Vittorio Emanuele, alle ore 22:oo del Giovedì Santo, vi erano ancora aperte le chiese per gli ultimi visitatori dei sepolcri. Un tempo, il tappeto di monete di metallo era un qualcosa che andava ben oltre un comune rito folclorico e allargava la base della scenografia dell’Ultima Cena. Nel giovedì scorso, invece, le offerte son state rase sul fondo del sagrato. Tuttavia, per le zone storiche di Salerno è tutta un’altra musica, si son versati denaro, alcool, vestiari, cibo, come in una notte estinta di plenilunio. Questo rappresenta un segnale forte che sottolinea il netto cambiamento del mondo e della società del Capoluogo, che pare non dia più spazio neanche allo scampanio della Gloria di mezzogiorno del Sabato Santo.

Tutto è cambiato lasciando il nulla, un’apatia vige funesta negli angoli delle strade e non è collocabile in niente, neanche nell’ateismo. L’indifferenza ha fatto in modo che le vigilie e gli eventi tradizionali si trasformassero in una vera e propria orgia pagana di liturgia dell’ebrezza. Le voci cristiane restano miti per lo sconcerto, dinnanzi alla secolarizzazione ignorante. Il frastuono pre-pasquale non è da considerarsi una bestemmia secondo il testo dell’art. 724 del c.p., bensì si tratta dell’emblema del disfacimento di era fatta di rispetto e rigore, che lascia spazio ad una modernità devota al declino.

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