Cronaca

Salerno, il caso del bambino di vetro: condannato l'Inps

SALERNO. Al termine del ricorso esposto dai genitori Carmen Giannattasio e Claudio Candorelli, il Tribunale di Salerno, sezione Lavoro, con una sentenza del 28 giugno, ha condannato l’Istituto di previdenza sociale a pagare le spese processuali e a riconoscere l’accompagnamento di Giulio, il bimbo “di vetro” che lo scorso 9 novembre l’Inps glielo aveva scriteriatamente negato.

La vita di questo pargolo è stata dura sin dal primo giorno, quando era poco più di un’embrione, alla 16esima settimana di gestazione, sua madre venne a conoscenza del fatto che il figlio era affetto da osteogenesi imperfetta. Stava crescendo col femore rotto e una volta nato avrebbe dovuto avere paura di tutto, in quanto anche una breve spinta, poteva causargli delle fratture multiple alle ossa che si sarebbero potute deformare col tempo. Tuttavia, Carmen il suo bambino lo voleva e così, alla 25 esima settimana, va all’ospedale per bambini di Brescia e sottopone così il figlio a un minuzioso trapianto di cellule staminali materne. Ed è in quel frangente che nel 10 febbraio del 2003 viene al mondo, eppure, i problemi non son destinati a terminare. Infatti, a soli 2 anni, il piccolo Giulio, viene colpito da retino blastoma bilaterale che rende necessaria l’enucleazione dell’occhio destro, al posto del quale viene impiantata una protesi di resina. Nei periodi successivi, seguono anni di paure, terapie e accertamenti costanti, sino all’età di 13 anni, dove Giulio può considerarsi un bambino relativamente autonomo nonostante il suo grave handicap, che però l’Inps, dopo una superficiale visita di routine, non volle riconoscergli più.

Giulio così perde tutti i suoi benefit, ma la famiglia non si da per vinta e reagisce, assistita dall’avvocato Stefania Marchese, fa ricorso al giudice del lavoro Ippolita Laudati, dopo aver visionato la perizia medico-legale affidata al dottor Sergio D’Auria, che conferma la malattia rara di cui è affetto Giulio.

«Sono molto felice, Giulio è molto felice – afferma Carmen quasi commossa una volta raggiunta telefonicamente mentre è in vacanza con la famiglia a Palinuro – mi dispiace solo che Angelo Capezzuto non è riuscito a vincere la sua battaglia perché il Signore se l’è chiamato in cielo».

(Fonte: La Città)

 

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