Cronaca

Salerno, movida cafona: musica troppo alta, le proteste dei residenti

SALERNO. Stando a quanto riporta il quotidiano “La Città”, sono 20anni ormai, che tra le zone di via Mercanti, per arrivare a piazza Largo Campo, per poi giungere a via Roma oppure il cuore del centro storico, la musica ad alto volume disturba la quiete pubblica oltre gli orari consentiti. A ben poco sono serviti gli incontri con i questori e ancora meno le proteste e le denunce susseguitesi senza sosta dagli abitanti della zona. La risposta alla disperazione di chi vi è costretto a vivere da una vita in quegli anfratti, è stata la seguente: gomme dell’auto bucate, improperi e portoni resi inaccessibili dai tavolini, posteggi selvaggi finalizzati ad impedire l’ingresso ecc. ecc. ecc. A Salerno siamo giunti ad un punto di insostenibilità tale, che molti guardano dall’altra parte per paura di esporsi. È da tempo immemore che il centro storico è paragonabile ad un distretto di Kingston o ad uno scenario raccapricciante degno della peggior Secondigliano, tuttavia, a differenza di queste due realtà precedentemente citate, la cultura della violenza e dell’oppressione viene esercitata in maniera più sottile, più latente e purtroppo il tutto viene supportato da anni di un “delucacentrismo” altrettanto devastante.

Come neve al sole si sono vaporizzati tutti i tentativi di conciliazione con qualche gestore del by night, che (come si suol dire) da un orecchio gli entra e dall’altro gli esce. I quotidiani locali sono pieni di dichiarazioni, rigorosamente anonime, di residenti di via Dogana Regia, via Da Procida, piazza Largo Campo, via Mercanti o piazza Portanova, dove esasperati spiegano minuziosamente le criticità presenti in quelle zone. Le testimonianze parlano chiaro, checché se ne dica, per queste persone tenaci e inevitabilmente attente alle mutazioni di questi disarmanti decenni, il cambiamento di Vincenzo De Luca ha fatto acqua da tutte le parti perché, se in una città il solo vivere diviene un’impresa, se non si riesce a trovare un connubio tra tutte le parti sociali e conseguentemente non si fa altro che coprire e rinforzare chi danneggia quotidianamente il tessuto sociale, allora è evidente che (prima o poi) chi semina vento raccoglie tempesta.

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